La Sicilia non riparte prima nonostante il contagio sia basso. Al contrario aspetterà quattro giorni in più rispetto all’Italia e a tutto il resto d’Europa. I confini nazionali saranno riaperti il 3 giugno e da quella data sarà possibile viaggiare fra le regioni ma non rientrare liberamente in Sicilia. Qui resteranno in vigore le regole dell’autocertificazione, della registrazione sul portale e della quarantena obbligatoria all’arrivo fino al 7 giugno.
In realtà non si tratta di una novità ma di un passaggio già contenuto nell‘ordinanza del 17 maggio in vigore dal 18. Un passaggio più restrittivo rispetto al Dl nazionale che era sfuggito ai più, Ma siccome alla fine della lunga trattativa le ordinanze regionali erano state interamente recepite come allegati al Dl nazionale questa decisione siciliana è, di fatto, in vigore anche se deroga alla competenza romana. Ciò perchè tecnicamente e legalmente è stata recepita e pubblicata nello stesso Dl
Per questo motivo lo scontro in atto fra Palermo e Roma sul mantenimento della chiusura della Sicilia si sposta dalla data del 3 chiesta da Roma alla data dell’8. Constatato che già l’ordinanza è in vigore da Roma fanno sapere che questa sarà l’ultima eccezione siciliana su questo fronte. la competenza sulla libera circolazione, infatti, è di esclusiva pertinenza statale e, di conseguenza, dall’8 giugno si riapre senza ulteriori limitazioni.
Niente patente di immunità e niente test sierologici rapidi ai passeggeri in arrivo ma solo ordinaria sorveglianza sanitaria dunque la misurazione della temperatura in aeroporto come già avviene ad esempio entrando in palestra.
Misure considerate insufficienti da tanti soprattutto dopo il caso della giovane donna incinta passata a tutti i controlli nel suo viaggio da Londra a Palermo e che ha sviluppato i sintomi in maniera anche grave solo tre giorni dopo.
Quattro giorni non fanno, poi, una gran differenza ma c’è chi, comunque, sottolinea come si tratti di una scelta poco oculata. Sul fronte sanitario costringere alla quarantena chi arriva il 7 giugno e non chi arriva l’8 di fatto non protegge nessuno e viceversa. Sul fronte turistico, 4 giorni di ritardo significano che mentre l’europa riparte la Sicilia si isola e resta in ritardo. Ma in fondo anche qui potrebbe non voler dire poi molto
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