Esportare il made in Sicily all’estero e dare un’impronta internazionale alle piccole aziende siciliane del comparto enogastronomico. Di questo si è discusso oggi al Festival del giornalismo enogastronomico ospitato nel padiglione Cre.Zi.Plus ai Cantieri Culturali alla Zisa.
Al dibattito hanno partecipato rappresentanti di aziende di successo che si occupano di food da diverse prospettive e canali di vendita: Simona Goretti di “WeChat system”, Francesco Caminita di Insicilia.com, il birrificio Bruno Ribadi, Giada Platania (Europe Enterprise Network), Martina Biundo (Birrificio Bruno Ribadi).
Gli ospiti hanno raccontato la storia della loro attività in un contesto, quello del food siciliano, che ha forte presa sul mercato internazionale. E’ la storia di Simona Goretti che ha fondato un’app nell’app. Si tratta di un e-commerce ospitato in una piattaforma digitale cinese multiuso e polivalente (wechat) – anche se in Italia è conosciuta come app di messaggistica – che vende i prodotti siciliani nel mercato cinese.
Il potenziale dei mezzi digitali, shop online ed e-commerce, ha letteralmente spazzato i confini della vendita dei prodotti locali, contribuendo ad accrescere la visibilità delle eccellenze nostrane. E’ il caso di Insicilia.com, l’e-commerce che vende in tutto il mondo i prodotti enogastronomici di circa cinquanta aziende siciliane, rigorosamente con il loro marchio.
Insicilia.com infatti, come spiega il direttore responsabile Francesco Caminita, non brandizza i prodotti delle aziende coinvolte, ma ne ottimizza la presenza online, ne cura la vendita – dagli ordini alle spedizioni – in tutto il mondo e, soprattutto, ne certifica la qualità. Così, ad esempio, una birra, un vino o una conserva rigorosamente siciliana può finire nelle cucine dei privati e dei ristoranti di tutti i paesi del mondo. Sul sito è possibile sbizzarrirsi scorrendo tra centinaia di prodotti acquistabili in qualunque momento e nella quantità desiderata, o componendo delle vere e proprie ceste per regali speciali.
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