Un concerto straordinario che vede per la prima volta in Italia l’Ensemble Dmitri Pokrovsky, l’ensemble di canto popolare russo fondato a Mosca nel 1973 dal musicista, scienziato e studioso della cultura nazionale russa Dmitry Pokrovsky, e primo ensemble musicale professionale a esibirsi in autentico stile tradizionale indossando abiti contadini. Si svolgerà mercoledì 2 marzo alle 20.30 al Teatro Massimo di Palermo.

In programma un grande viaggio nella tradizione dei canti nuziali della Russia sud occidentale e nelle loro elaborazioni storiche. Si parte dai frammenti dal repertorio delle nozze popolari contadine fino ad arrivare alla Sinfonia n.2 in do minore “Piccola russia” di Čajkovskij e, poi, a Les noces di Stravinsky e Falún di Bartók, composizioni che contengono precisi riferimenti alla musica popolare contadina legata alla celebrazione dei matrimoni. A guidare l’Orchestra del Teatro Massimo c’è Daniel Kawka, direttore musicale dell’Ensemble Orchestral Contemporain e dell’Orchestra Ose, nonché direttore principale ospite della Filarmonica di San Pietroburgo, con cui sviluppa e approfondisce le grandi opere classiche, romantiche e moderne, coprendo così un periodo che va dal XVIII al XXI secolo.

Il matrimonio nelle comunità rurali era un rito complesso, che comprendeva brani musicali e personaggi che intervenivano come in un “dramma”. Nel sud-ovest della Russia il rito consisteva in tre momenti principali: la scelta, il fidanzamento e la cerimonia nuziale vera e propria, tutto scandito da canti e musica con una precisa connotazione simbolica e rituale.
“Piccola Russia” (nome che indica l’Ucraina, allora chiamata con questo nome) fu composta nel 1872. È l’opera con cui Čajkovskij si riavvicinò temporaneamente al “Gruppo dei Cinque” che gli rimproveravano la vicinanza alla tradizione musicale dell’Occidente europeo e alle sue convenzioni accademiche. La Sinfonia in do minore infatti fa largo uso di temi popolari provenienti dall’Ucraina. Al “Gruppo dei Cinque” piacque la scelta di Čajkovskij non solo di fare ricorso a temi popolari, ma anche di lasciare che questi temi influissero sulla forma della composizione. La Sinfonia fu poi rielaborata da Čajkovskij nel 1879.

Les noces si inquadra in tutta la prima produzione di Stravinsky che usa temi popolari russi, collocandosi nel solco di una lunga tradizione: agli inizi del Novecento, infatti, la musica popolare era stata già non solo raccolta e studiata, ma aveva costituito per decenni la linfa vitale dei grandi compositori russi, da Glinka a Musorgskij a Rimskij-Korsakov, maestro di Stravinsky, senza appunto dimenticare Čajkovskij, il musicista più amato da Stravinsky.
Tutt’altra era la situazione in Ungheria, dove la musica popolare non aveva goduto di attenzione alcuna fino a quando Bartók e Zoltán Kodály non si occuparono dello studio della vera musica popolare, girando per le campagne e trascrivendo i canti raccolti.

Nella sua Autobiografia, Bartók racconta questo periodo: “Ho riconosciuto che le canzoni ungheresi ritenute erroneamente popolari in realtà erano canzoni d’autore in voga più o meno triviali, che non offrivano molto d’interesse. Così nel 1905 ho cominciato a indagare la musica ungherese contadina, fino allora quasi del tutto sconosciuta”.

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