C’è chi intasca i soldi e grida allo scandalo“: intervenuto questa mattina al Policlinico di Palermo per le celebrazioni in memoria di Paolo Giaccone, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha commentato le dichiarazioni fatte da alcuni esponenti politici e sindacali relativi al raddoppio delle indennità del primo cittadino, degli assessori e dei consiglieri comunali e di circoscrizione. Aumenti varati in Giunta due giorni fà, su proposta del Capo di Gabinetto Sergio Pollicita, chiamato nei giorni scorsi in causa proprio dal sindaco. Adeguamenti previsti da una norma nazionale del 2020 relativa ai compensi ISTAT ma che ha fatto piovere sull’ex Rettore una serie di critiche.

Lagalla: “C’è chi intasca i soldi e grida allo scandalo”

Attacchi ai quali Roberto Lagalla risponde in maniera diretta, ricostruendo gli ultimi mesi in Consiglio Comunale proprio sul tema delle indennità. “Mi sono assunto la responsabilità di bloccare ogni richiesta che proveniva legittimamente per l’adeguamento richiesta da diverse parti politiche – ha sottolineato il sindaco -. Ciò perchè tutto è collegato in maniera scalare. Ho detto che fin tanto che la situazione economica sarebbe stata compromessa e non riportata alla correntenza finanziaria, quelle risorse non dovevano essere impiegate. Così ho fatto”.

Una volta approvato il bilancio di previsione 23-25, la situazione è chiaramente cambiata secondo il primo cittadino che, rispondendo alle critiche subito, non manca di lesinare stoccate agli avversari politici. “Nel momento in cui la condizione economica consente di farlo e tutto questo avviene in Italia da due anni, vorrei capire dov’è l’inopportunità. Penso che ci sia qualcuno che intasca i soldi e grida allo scandalo, in modo tale da avere la coscienza a posto e fare costantemente terrorismo politico. Credo che ogni cosa, se prevista dalla legge, sia legittima. Non abbiamo fatto mancare risorse a nessuno. Quei fondi erano destinati a questo scopo. Nel momento in cui i provvedimenti normativi sono allineati e le risorse sono disponibili, vorrei capire perchè avremmo dovuto privare le persone che lo chiedevano di questo risultato. Lo hanno chiesto tutti”, ha chiosato.

Critiche da Cgil e M5S

Critiche arrivate sia dal mondo sindacale che da quello politico. Con riguardo alla prima categoria, è il segretario generale della CGIL Mario Ridulfo ad aver accesso i riflettori sulla questione. “L’adeguamento dell’indennità ci può anche stare ma il raddoppio delle indennità di tutti stride – ha dichiarato –. La legge da un lato toglie ai più poveri, con il taglio del reddito ai cittadini più fragili, e dall’altro consente che si raddoppino gli stipendi. In questo momento storico, in un contesto nazionale e internazionale così complesso, nessun lavoratore e nessun pensionato ha avuto adeguamenti all’inflazione reale, che ormai viaggia su due cifre”. E la Cgil Palermo sottolinea anche la “tempistica” di un provvedimento preso all’indomani dal taglio del reddito di cittadinanza, che a Palermo ha colpito 11.573 persone. “Tutto questo avviene – aggiunge Ridulfo – in una città che sta soffrendo, con migliaia di persone colpite dai provvedimenti del governo, in un Comune che non riesce a garantire servizi pubblici efficienti, che ha un bilancio ingessato e che soffre per la mancanza di risorse e competenze e che ha quasi 2 mila dipendenti ancora in part-time”.

Sul fronte politico invece, le principali critiche arrivate soprattutto dal gruppo consiliare del M5S, che critica la scelta di ascrivere al bilancio comunale, già gravato dal piano di riequilibrio, il costo degli aumenti. “Ribadisco la posizione già assunta dai deputati dell’Ars del M5S durante il voto della legge di stabilità – sottolinea il capogruppo Antonino Randazzo -. Il punto non è il riconoscimento economico maggiorato agli amministratori pubblici, quanto il fatto che il costo debba gravare sui conti del Comune, che stava andando in default ed è alle prese con un Piano di Riequilibrio”.

Come cambiano gli stipendi al Comune

L’adeguamento rientra nell’alveo degli aumenti previsti dall’ISTAT e varati dal Governo Regionale lo scorso anno. E’ stata però necessaria una modifica, inserita a luglio con un subemendamento, per ricomprendere negli incrementi anche i gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Fatto necessario visto che la Sicilia è una Regione a statuto speciale. A predisporre la delibera è stato il capo di gabinetto Sergio Pollicita, a cui il sindaco aveva nei giorni scorsi conferito l’incarico per dare il via libera alla manovra.

Secondo quanto previsto dall’atto, al sindaco andranno 13.800 euro al mese (rispetto ai quasi 7.800 guadagnati fino ad ora). Sarà invece di 10.350 euro l’emolumento del vicesindaco (anche se l’attuale numero due di Roberto Lagalla, ovvero Carolina Varchi, non percepirà il suddetto compenso in quanto parlamentare nazionale). Aumenti anche per il presidente del Consiglio Comunale, che arriva alle soglie dei 9.000 euro al mese (più precisamente 8.970 euro), così come per gli assessori comunali. La novità riguarda anche i consiglieri comunali. Così come previsto in sede di bilancio vincolato, il gettone di presenza dei componenti di Sala Martorana raddoppia, passando da un compenso di 1200 euro per 20 sedute a 2.400 euro per lo stesso carico di lavoro. Aumenti che interessano anche le Circoscrizione. Con riguardo ai presidenti, l’emolumento medio crescerà fino a 3.300 euro mensili, mentre sarà di 1600 euro circa il corrispettivo per i gettoni di presenza dei consiglieri.

 

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