“Il centro destra sicuramente è molto favorito, perché è favorito nella parte maggioritaria in quel terzo di collegi uninominali dove al Nord da una parte e al Sud, per esempio in Sicilia, potrebbe fare il pieno. E se il centrodestra fa il pieno di seggi già parte in vantaggio. Bisogna vedere se poi la coalizione reggerà. Perché mentre gli eletti nei collegi hanno tutti i voti della coalizione, nel comparto proporzionale, dove ci sono in ballo il 70 per cento dei voti, ognuno corre per sé e ognuno con un obiettivo diverso. Quindi bisogna vedere se all’indomani del 4 marzo queste coalizioni che sembrano abbastanza finte, nel senso che si vede benissimo che non ci credono, poi dureranno. Certo, se il centrodestra dovesse prendere la maggioranza dei seggi in parlamento, credo che faranno i salti mortali per fare il governo, ma se gli dovessero mancare un certo numero di seggi, mettiamo una cinquantina di seggi, è chiaro che la coalizione si scioglie lì, da quello nasce l’ipotesi di fare un governo Berlusconi-Renzi”. Lo ha detto il giornalista palermitano Marcello Sorgi ospite della Fondazione Curella per parlare dello scenario politico alla vigilia del voto fissato per il prossimo 4 marzo.

L’iniziativa è stata organizzata dalla Fondazione Curella, nella sala convegni di Ance-Palermo, a Palazzo Forcella De Seta. Dopo i saluti del padrone di casa Fabio Sanfratello, presidente di Ance Palermo, il presidente della Fondazione Curella Pietro Busetta ha posto una serie di domande a Marcello Sorgi, editorialista de La Stampa e opinionista politico della Rai, già direttore del TG1 e de La Stampa.

“Le elezioni in Italia sono sempre state viste con grande attenzione e sono sempre state considerate importanti sotto il profilo internazionale. Queste elezioni in particolare – ha ricordato Marcello Sorgi – cadono dopo che praticamente si è votato in tutta Europa, in cui si è manifestata la preoccupazione che a prevalere potessero essere i partiti populisti e i populismi in genere. Abbiamo visto cosa è successo in Spagna con la Catalogna e anche in Francia dove alla fine ha prevalso Macron e abbiamo visto cosa è successo in Austria”.

“La situazione italiana – ha aggiunto Marcello Sorgi – vede tre forze che oggi vengono stimate su circa un terzo della maggioranza: Movimento 5 Stelle, la coalizione di centrodestra, e il centrosinistra con Pd e sinistra frammentati. Ma chissà, a seconda di come vanno le cose nel centrodestra, che non si possa formare una maggioranza Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle. Sarà il presidente della Repubblica a decidere a chi dare l’incarico, ma prima bisognerà stabilire chi ha vinto le elezioni, chi ha preso più voti oppure il partito che ha preso più seggi”.

La frammentazione del Pd e della sinistra è stato uno degli argomenti in discussione. “Il centrosinistra – ha spiegato Marcello Sorgi – è in una situazione veramente difficile, dopo la scissione con la parte di “Liberi e Uguali”, ma anche con quella parte che si chiama “Potere al popolo”, il Pd è impegnato ormai direi da un paio d’anni in un suicidio molto ben architettato, hanno perso il referendum, hanno perso le elezioni amministrative, si sono separati e gli scissionisti si presentano in tutti i collegi per impedire ai candidati del Pd di vincere. E’ difficile trovare una strategia. L’unica logica di quello che sta accadendo – ha affermato Sorgi – mi pare il secondo tempo di una partita congressuale, perché c’è tutta una parte che non è solo fuori dal Pd quindi solo Bersani, Grasso, ma è anche dentro il Pd e penso alla minoranza di Orlando. C’è tutta una parte del centrosinistra che lavora pensando che un cattivo risultato di Renzi lo porterebbe a dimettersi. E’ una scommessa secondo me difficile da vincere – ha sottolineato Sorgi – perché Renzi con le candidature, prendendosi la maggior parte dei candidati di sua fiducia diretta, si è attrezzato anche nel caso in cui il dopo voto per lui sia tempestoso”.

E poi un passaggio Marcello Sorgi lo ha fatto sul Movimento 5 Stelle: “Il Movimento 5 Stelle finge di essere cambiato, ma per cambiare ci vuole, non si fa dalla sera alla mattina e non basta darsi una riverniciata per apparire una credibile forza di governo. Quando il M5S propone di fare una banca pubblica per gli investimenti, ma dove si prendono i soldi? Il reddito di cittadinanza, la correzione della riforma delle pensioni quindi la legge Fornero, ma ci vogliono i soldi e i soldi dove si prendono? Bisogna mettere nuove tasse, e con nuove tasse sicuramente la situazione economica non migliorerà. L’unica cosa che si capisce è che vogliono veramente andare al governo – ha detto Marcello Sorgi – tutto quello che faranno anche di sorprendente all’indomani del voto, sarà mirato per andare al governo, questa volta non vogliono restare e non possono restare opposizione, dopo il 2013 e dopo le elezioni siciliane in cui se l’erano giocata tutta, se anche stavolta vanno all’opposizione sono destinati a consumarsi. Cercheranno in tutti i modi di entrare in una combinazione di governo”, ha concluso l’editorialista de La Stampa.

L’iniziativa è stata organizzata dalla Fondazione Curella e si è inserita nel calendario di manifestazioni culturali di Palermo Capitale italiana della Cultura 2018. “Ci è sembrato importante contribuire anche con questo incontro – ha detto Pietro Busetta – alla crescita della società civile e a un dibattito e una riflessione sui temi importanti della campagna elettorale. Ci accusano, nel Mezzogiorno in particolare, di essere carenti di classe dirigente, noi vogliamo dare un contributo importante per farla crescere facendo una serie di riflessioni sulle prospettive future della realtà siciliana, meridionale e italiana. Lo abbiamo fatto con Marcello Sorgi, palermitano, grande direttore, uno dei più qualificati giornalisti e opinionisti politici del nostro Paese, e siamo particolarmente felici di averlo avuto a Palermo come ospite della Fondazione Curella”.