Adesso i gruppi parlamentari sono costituiti e i capigruppo ci sono tutti. E’ passata praticamente un’altra settimana dall’elezione di Miccichè e due giorni da quella dei due vice presidenti ma oggi, finalmente, l’ufficio di presidenza dell’Ars potrebbe essere completato con l’elezione dei deputati questori e dei deputati segretari.
A completare l’iter indispensabile alla convocazione dei capigruppo e dunque alla divisione formale dei sei posti in modo da rappresentare equamente tutti i gruppi presenti nel Parlamento contribuisce in modo essenziale la costituzione del gruppo Pd che ieri ha eletto il suo Presidente: Giuseppe Lupo.
Ma se questo sblocca i lavori d’aula e mette l’Ars nelle condizioni di fare il Natale con l’ufficio di presidenza insediato e magari costitiuire le commissioni mettendo l’Assemblea in grado di lavorare prima della fine dell’anno, non sblocca, invece lasituazione all’interno del Pd dove adesso la componente vicina a Cracolici minaccia ‘tempi durissimi’ e fa intraverdere la possibilità di una diaspora.
“Se c’era il disegno di accompagnare alla porta un pezzo importante di questo partito, oggi questo disegno ha anche delle firme. Mi auguro che Matteo Renzi fermi questo tentativo il prima possibile” dice senza mezzi termini il segretario organizzativo Antonio Rubino. Lo fa rispondendo al presidente del partito Giuseppe Bruno che aveva, invece, auspicato che “con l’elezione del capogruppo si chiuda una fase difficile e si avvioi un prcorso di coerente opposizione al governo regionale e di rilancio della azioe politica del Pd”.
Ma il passaggio che ha fatto infuriare i cracoliciani oltre all’elezione di Lupo che ha sottratto loro un possibile alleato è quello in cui Bruno parla della base del partito “La nostra base – aveva concluso – ci chiede serietà e responsabilità e non le continue liti sui giornali che non servono a nulla”.
Al contrario continuano le liti e diventano perfino peggiori se è vero,c ome è vero, che i cracoliciani si sentono la base del partito e i portatori dei valori storici del Pd e non riconoscono all’attuale maggioranza interna pari dignità politica e storica.
Ma il loro appello è al segretario nazionale che già una volta ha evitato la resa dei conti. Era stato proprio Renzi, infatti, a rimettere sui binafri Fausto Raciti, il segretario regionale attaccato dopo la sconfitta del 5 novembre. segretario che inq uesta diatyriba ha parlato solo una volta, poi è tornato nel suo silenzio lasciando che fossero Cracolici e il suo segretario organizzativo Rubino da un lato, Bruno dall’altro i protagonisti dello scontro.
I toni sono poi cresciuti oltremisura travalicando lo scontro politico e raggiungendoa nche le offese personali su Facebook. Cracolici ieri ha scritto sul social network di ‘Vergogna pe ril patto fra traditori e traditi’ e c’è chi, vicino ai protagonisti di questa vicenda, gli ha risposto a distanza, senza mai nominarlo, sempre su facebook salvo poi rimuovere il post.
Il clima è veramente teso, il gruppo conta su 9 deputati al posto degli undici eletti ed ha un capogruppo eletto a maggioranza con 6 voti su nove. ed in questo clima si andrà ora ad eleggere quetori e segretari con la parte del Pd che si sente tradita che tenta un accordo con i cinque stelle per uno scambio di voti, ma porta in dote non gli undici voti del Pd ma solo 4 voti che numericamente non bastano ai 5 stelle per ottenere con certennza un deputato questore e un deputato segretario e granatirne uno all’area minoritaria del Pd.
Probabilmente si andrà ala conta nel corso di una vlotazione nella quale ogni deputato potrà esprimere una doppia preferenza sulla scheda di voto
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Fino ad ora tutto è andato come da copione scritto già ieri
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