“Siamo preoccupati e indignati. Lauree inesistenti, dichiarazioni false, studi abusivi, catene in franchising o low cost che guardano solo al profitto, pubblicità di trattamenti sottocosto, a volte ingiustificati o eccessivi e che non hanno nulla a che vedere con i reali bisogni del paziente. Quello che si sta delineando è un vero assalto alla professione che mette a rischio la salute delle persone“. Con queste parole il presidente della Commissione albo odontoiatri (Cao) di Palermo Mario Marrone (nella foto) interviene sull’ennesimo tentativo di eludere le regole per esercitare abusivamente la professione che ha visto Giuseppe Paladino dichiarare falsamente all’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di essersi laureato a Pisa con il massimo dei voti per ottenere l’iscrizione all’albo di riferimento.
Esposto del presidente dell’ordine Amato
“L’abuso oggi è stato fortunatamente bloccato in tempo – prosegue Marrone – grazie ad un esposto del presidente dell’ordine Toti Amato, che oggi è parte offesa, con il supporto legale degli avvocati Mauro Torti e Corrado Nicolaci”.
“Una piaga sanitaria”, le preoccupazioni degli odontoiatri
Prosegue Marrone: “Resta però l’indignazione di una pratica disonesta che si è trasformata in una vera piaga “sanitaria” in tutto il Paese. Nel rispetto del principio costituzionale di non colpevolezza fino alla sentenza definitiva, come presidente della Commissione non posso che sottolineare comunque le preoccupazioni degli odontoiatri che esercitano con responsabilità e cultura medica la professione”.
La vicenda
A raccontare la vicenda i legali dell’Omceo: “Giuseppe Paladino ha presentato domanda di iscrizione all’albo odontoiatri dell’ordine dei medici provinciale, dichiarando di essersi laureato a Pisa con il massimo dei voti. Dopo i controlli, che l’Omceo dispone puntualmente nel suo ruolo di ente pubblico sussidiario dello Stato, il nome di Paladino non risultava né laureato, né abilitato nell’Ateneo toscano. Da qui la denuncia in Procura. Su di lui ora pende un decreto di condanna di 20 giorni di carcere o 1.500 euro di multa per falso in atto pubblico opposto dalla difesa di Paladino, che ha chiesto in alternativa l’affidamento all’istituto dei Lavori socialmente utili (Lsu). Il giudice Annalisa Tesoriere ha fissato l’udienza il prossimo 2 febbraio”.
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