Aperte questo pomeriggio le procedure di licenziamento collettivo per 18 dipendenti di “Scarpe&Scarpe” del centro commerciale Forum di Palermo. La Multi Veste Italy 4 srl, proprietaria dell’unità immobiliare, ha comunicato a  Scarpe&Scarpe la volontà di non rinnovare il contratto d’affitto e di destinare lo spazio ad altre attività.

I licenziamenti interessano i due negozi al Forum e Conca d’Oro

L’azienda Scarpe&Scarpe, in concordato omologato, con sede legale a Torino, ha così comunicato “la necessità” di procedere alla chiusura della propria unità produttiva. I licenziamenti ricadranno tra i lavoratori dei due negozi presenti all’interno di Forum e Conca D’Oro. Il punto vendita all’interno del centro La Torre era stato già chiuso tempo fa, ma i lavoratori distribuiti negli altri negozi. In questo caso, si è deciso per il licenziamento.

Filcams Cgil Palermo, “Procedura che respingiamo”

“Si tratta di una procedura che respingiamo, ci opponiamo alla perdita di posti di lavoro, anche di uno solo – dichiarano per la Filcams Cgil Palermo il segretario generale Giuseppe Aiello e la segretaria Alessia Gatto – Abbiamo chiesto all’azienda il ricorso agli ammortizzatori sociali, nelle more di trovare dei locali sempre all’interno del centro commerciale o altrove e quindi di stoppare i licenziamenti. L’azienda invece ha deciso di aprire la procedura e di mandare a casa le lavoratrici e i lavoratori. Sarebbe l’ennesima azienda che va via e abbandona il nostro territorio, già devastato in questi anni difficili, in una città con poche opportunità occupazionali e con un tasso di inflazione e il caro vita tra i più alti in Italia.  Non capiamo come mai il punto vendita più performante del gruppo, in quanto a fatturato, debba chiudere”.

“Abbiamo chiesto incontro”

E concludono “Abbiamo chiesto un incontro al centro commerciale Forum per capire le ragioni di questa scelta. Troppo spesso i lavoratori dei centri commerciali finiscono per perdere posti di lavoro in una terra che ha poche possibilità di ricollocazione per i lavoratori di un settore sempre più precario, lavoratori che troppo spesso raggiungono la soglia di povertà”.