I sindacati chiedono al Comune di Palermo che vengano riassorbiti i lavoratori degli appalti del collettore fognario e del consolidamento del costone roccioso di Monte Pellegrino. Lo chiede la Fillea Cgil.

In tutto sono 25 operai che sono stati licenziati in due cantieri di cui il Comune è stazione appaltante. “Il Comune deve assumersi le sue responsabilità e salvaguardare chi ha già lavorato per queste due opere”, dichiarano Piero Ceraulo e Salvatore Bono, della Fillea Cgil. La sigla sindacale ha ha inviato una lettera al sindaco Leoluca Orlando, all’assessore ai lavori Pubblici Maria Prestigiacomo e all’assessore al lavoro Giovanna Marano chiedendo un incontro urgente per trovare un “percorso condiviso” per la riassunzione del personale impegnato nei due appalti affidati dal Comune. “Siamo profondamente preoccupati per la sorte di questi lavoratori. Riteniamo inaccettabile che, per motivi non attribuibili ai lavoratori, siano stai licenziati”, scrive Ceraulo.

Per quanto riguarda il collettore fognario, dopo l’estromissione della Cala Scarl, il Comune ha affidato i lavori alla società Amec. “La Amec, subentrata alla Scarl, sta operando senza aver salvaguardato i 15 operai precedentemente impegnati – spiegano il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo e Salvatore Bono, della segreteria Fillea – E per i lavori al costone roccioso sopra il cimitero dei Rotoli, non abbiamo notizie da parte del consorzio Integra, impresa aggiudicataria dei lavori, che a dicembre ha estromesso dall’esecuzione dell’opera la ditta Himera e ha provveduto immediatamente a smontare il cantiere e a licenziare gli 8 lavoratori”.

Il Consorzio Integra ha intenzione di ultimare i lavori, giunti al 90 per cento, affidandone l’esecuzione a un’altra ditta. “Ancora non sappiamo quando ripartirà il cantiere e chiediamo le garanzie occupazionali per tutti gli 8 rocciatori licenziati, che aspettano ancora le ultime tre mensilità di stipendio, il tfr e gli accantonamenti in cassa edile dal febbraio 2019 – proseguono Ceraulo e Bono – Considerata l’importanza delle due opere, riteniamo importante un incontro per dare garanzie ai lavoratori licenziati. Il Comune, in quanto stazione appaltante, non può sottrarsi alle dinamiche dell’appalto e ha la responsabilità di verificare la regolarità dei pagamenti degli stipendi ai lavoratori e dei versamenti agli enti previdenziali, così come deve contribuire alla salvaguardia occupazionale delle maestranze, per dare continuità ai lavoratori impegnati in un’opera a prescindere dalle società che subentrano nell’appalto. Siamo pronti a fare un sit-in sotto l’assessorato al Lavoro, se non arriveranno risposte”.

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