Un’esposizione fotografica che denuncia i comportamenti scorretti per spronarci al valore della bellezza. E’ questo lo spirito della mostra del fotografo Francesco Baudo che verrà inaugurata domani, domenica 22 dicembre, presso lo  spazio espositivo di Valeria Cacioppo “Incontri in Arte”. Ad accompagnare il pubblico in questo racconto fotografico sarà la musica di Riccardo Serradifalco.

L’esposizione, provocatoria nella sua “leggerezza”, si inserisce all’interno di un ciclo di workshop su tematiche paesaggistiche e di educazione ambientale, puntando alla valorizzazione dello spirito e dell’energia dei luoghi in termini di cultura, sostenibilità e bellezza.

Lungi da erigersi a fustigatore dei costumi di questa città e dei suoi cittadini, Francesco Baudo, geologo e fotografo, in In Trash We Trust ci ricorda quanto i comportamenti “non corretti” dei cittadini ci allontanino dal bello e quanto la Bellezza sia uno dei canali imprescindibili dell’educazione.

Fuori dalla “munnizza” questa città ha un mondo fantastico dove attori famosi e lontani, del passato e del presente, vivono la realtà di Palermo in totale naturalezza.

Comportamenti virtuosi e una Palermo inedita, pertanto, come gioco magico educativo alla bellezza e in definitiva al rispetto e all’accoglienza.

“Le foto di In Trash We Trust – afferma lo scrittore palermitano Giorgio Vasta – dicono che i luoghi in cui viviamo vengono consumati dai nostri sguardi che poco a poco, un giorno dopo l’altro, li normalizzano, li rendono prevedibili se non ovvi, non semplicemente domestici ma addomesticati. Se ci sta a cuore vedere davvero i nostri luoghi nella loro sfavillante malinconica autenticità, al di fuori del lavoro di manutenzione ordinaria dell’autoreferenzialità, ci serve una finzione.

Una manipolazione. Un lampo dell’immaginazione che rompa il guscio corneo del déjà-vu per lasciar trapelare il jamais-vu, l’inaspettato che appare da ciò che in teoria conoscevamo benissimo. Ci serve che una figura culturalmente intrinseca a un luogo finisca – in un modo accidentalmente strategico – in un altro: e dunque Robert De Niro – il capo chino, le mani nella tasca del giubbotto – viene delicatamente sradicato dalle strade di Taxi Driver e collocato sulla spianata della Zisa, mentre James Dean, lo sguardo perduto e la sigaretta appesa alle labbra, spunta sul marciapiedi di via Roma emergendo dal cratere della Vucciria – e di colpo c’è un mercato palermitano a New York, è il 2019 ed è il 1955, dentro lo spazio si rimescola il tempo.

In In Trash We Trust, Francesco Baudo dissemina i miti del cinema americano in giro per la città di Palermo. E in questo modo – desituando, decontestualizzando – rende chiaro che la conoscenza, tutt’altro che nutrirsi di ripetizioni e conferme, desidera le eccezioni, le fratture dello sguardo, l’inatteso che disorienta, sovverte e rivela. E così, mentre gli sguardi saltellano sulla superficie delle foto, mentre cantano, esultano o procedono assorti scoprendo quanto ignoto c’è all’interno di quello che dovrebbe essere notissimo, i lineamenti dei nostri volti si disorientano in un sorriso, e finalmente stupore e conoscenza sono la stessa cosa”.

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