Le violenze fisiche e psicologiche verso i piccoli alunni duravano da tempo. Le immagini riprese dalle videocamere della Guardia di Finanza che ha indagato, avvalendosi anche di microspie, non lasciano purtroppo spazio ad alcun dubbio.

Le tre maestre della scuola elementare Capitano Polizzi di Partinico, finite agli arresti domiciliari e adesso in attesa dell’interrogatorio nel corso del quale dovranno chiarire la propria posizione, maltrattavano i giovani studenti.

Bambini impauriti da tanta aggressività, che si sono tenuti tutto dentro per oltre un anno. Solo una di loro è riuscita a parlare con il padre, facendo scattare le indagini.

E chissà quale inferno sarà stato recarsi a scuola per il bimbo disabile maltrattato. La sua insegnante di sostegno, Vita di Fuoco, 45 anni, avrebbe dovuto aiutarlo ad apprendere, integrarsi nella società ed essere un bimbo migliore. Ma ha evidentemente creduto che le maniere forti, e le botte, fossero più efficaci. Come scrivono gli inquirenti nell’ordinanza di custodia cautelare, la donna mostra “cruda cattiveria e disprezzo verso il bambino disabile”. In un filmato la si vede chiaramente mentre pesta piede e ginocchio del bimbo con il tacco della scarpa, lasciandolo piangere ed urlare mentre il piccolo si trascina sul pavimento.

Le altre due maestre accusate dei maltrattamenti sono Francesca Orlando di 61 anni e Giuseppa Mattina, di 52 anni.
In classe, avevano instaurato un clima di terrore. “Ti faccio piangere, te le do nelle mani – afferma una maestra senza sapere di essere intercettata -. Sei monello, sei monello. Non ti permettere di dare calci. Non puoi gridare.
Guarda tutti i giocattoli a terra, devi raccoglierli”.

E giù uno schiaffo e un pizzicotto, che scatenano la reazione del piccolo per il dolore provocato. “Mettiti qua all’angolo”, e il piccolo, intimorito e umiliato, resta lì in castigo per più di un’ora.

Per gli inquirenti “emergono episodi di contestuale maltrattamento, denigrazione e derisione nei confronti dell’alunno disabile – aggiungono i magistrati -. Al piccolo, rimproverato severamente, in una circostanza, viene tirato l’ orecchio per due volte.
Gli viene sferrato uno schiaffo sulle mani e gli viene strappato un quaderno. In un video è ben visibile l’insegnante che tira per il cappuccio il bambino per farlo sedere sulla carrozzina. Poi l’ insegnante rivolge sulla guancia dell’alunno un pennarello che gli aveva strappato dalle mani”.

Il magistrato che ha coordinato l’ inchiesta definisce questi comportamenti “inqualificabili in quanto posti in essere nei confronti di un bambino disabile, che, anziché essere accudito e supportato secondo quelli che dovrebbero essere i compiti istituzionali propri dell’insegnante di sostegno, viene invece ripreso, gravemente offeso, umiliato e trattato con disprezzo”.

Anche le altre insegnanti disprezzavano gli alunni: “Scemi, voi non siete intelligenti, siete falsi”, “Ha strappato il foglio perché è scema, non c’è altra giustificazione”, “Oggi vi faccio la faccia tanta. Dove siamo arrivati” e in classe volevano sberle e pizzicotti.

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