Una lotteria. Ecco cosa è diventata la nostra vita. Giocare d’azzardo è diventato il metro di misura congeniale per spiegare la crisi del nostro Paese. Lotterie istantanee, giochi online e macchinette slot sono la nuova religione degli italiani. In questo sciagurato Paese, ormai da più di dieci anni sotto la pressione di una crisi economica senza fine, si tira la cinghia su tutto ma non sul gioco d’azzardo.
Un dato deve farci riflettere: nel 2018 gli italiani hanno scommesso più di 107 miliardi, in pratica l’equivalente di quattro leggi di stabilità messe assieme. E’ una patologia di massa. Nella mente degli italiani, il virus è stato inoculato direttamente dallo Stato. Fino agli anni novanta c’era un certo equilibrio nel gioco d’azzardo. La vecchia Lotteria Italia, l’estrazione del giorno della Befana, era una delle poche concessioni che l’italiano medio dedicava alle scommesse. Qualche schedina al Totocalcio, l’estrazione del Lotto, e nulla più.
In coincidenza con la caduta della Prima Repubblica, è stato deciso che questo settore poteva essere pompato a dovere per ricavare più soldi possibili per le sempre esangui casse dell’erario. Bisognava arruolare il maggior numero di persone possibile e creare una dipendenza patologica di massa. E’ andata così, si sono moltiplicati i giochi: lotterie istantanee (Gratta&Vinci), scommesse su qualsiasi cosa, giochi online, slot-machine presenti in tutti i locali pubblici, sale gioco aperte h 24 e sette giorni su sette con le VLT, dove al posto delle monete si possono infilare le banconote. Le estrazioni sono bisettimanali, quotidiane, addirittura ogni ora.
Non è un caso che le regioni dove si scommette di più sono quelle dove la crisi ha colpito più duro: in Sicilia, nel 2018, sono stati spesi complessivamente 4,5 miliardi di euro nelle lotterie legali. Le vincite sono state pari a 3,564 miliardi di euro. Anche nella mia città, a Termini Imerese, un piccolo tesoro è andato in fumo per il gioco d’azzardo “legale”: 26,4 milioni di euro con 19,5 milioni di vincite. E’ persino inutile ricordare quanto la matematica spiega con chiarezza. La possibilità di un tagliando vincente pesante, dai 500mila euro in su, è pari a uno su 9/10 milioni di volte. E il miraggio del superenalotto si misura in una piccola chance su miliardi.
E allora, perché si gioca? La speranza di un colpo di fortuna che cambi la vita è l’eco di sottofondo. Il suono reale è quello di un paese disperato, di donne e uomini che affogano la propria disperazione e sprecano il loro tempo, per non pensare più ai brutti tempi che stiamo vivendo.
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