Oltre 135 mila visitatori nei primi tre weekend de Le Vie dei Tesori. Turisti e cittadini alla ricerca di una città nascosta e straordinaria.
Una città fatta anche di stucchi candidi come il marmo: candidi puttini e malinconiche Virtù, sedute lungo le cappelle. Ma pure di scheletri ridenti, come quelli della cripta dell’Oratorio della Morte in Sant’Orsola, come gli amorini che si scoprono nell’Oratorio del Carminello, nel cuore dell’Albergheria. Tutti firmati da Giacomo Serpotta e dalla sua scuola, la dinastia di artisti che seppe elevare lo stucco alla dignità del marmo, lasciando una straordinaria eredità di apparati decorativi nelle chiese di Palermo.
Il Festival propone un itinerario ricchissimo a loro dedicato, tutto da scoprire nel quarto (e penultimo) weekend della manifestazione, che comincia domani. Dal celebre Oratorio di San Lorenzo alla chiesa dell’Assunta, dall’Oratorio di San Mercurio alla chiesa della Gancia. E ancora le chiese di San Giovanni dei Napoletani e di San Matteo, del Carmine maggiore e di Badia nuova.
E per chi invece va alla ricerca dei segreti della città, può già domani (venerdì 21, fino alle 18,30) visitare l’oratorio della Carità di san Pietro ai Crociferi, addossato alla chiesa di Santa Ninfa: proprio da quest’ultima provengono le mastodontiche campane in bronzo che furono salvate dai bombardamenti del ’43. Si scoprono dopo essersi riempiti gli occhi degli affreschi del Borremans, che adornano l’oratorio costruito in sostegno dei preti più poveri.
Se invece si fa qualche passo verso l’Albergheria, ci si imbatte nella piccola chiesa dell’Origlione, è stato appena portato alla luce un affresco attribuito a Pietro Novelli, che affiora sotto uno spesso strato di intonaco bianco, sullo sfondo di candidi fregi barocchi. La chiesa – che domenica sarà aperta gratuitamente dalle 10 alle 18,30 grazie al main sponsor Il Gioco del Lotto – fu costruita nel ‘600 in supporto al vicino convento di monache benedettine, e fu dotata nel 1717 di un camminamento sui palazzi vicini che consentiva alle religiose di raggiungere la loggia sul Cassaro. Travagliata la storia delle sue inquiline: nel 1532 nove monache “pel desiderio di menar vita più rigida ed austera” uscirono dall’Origlione per fondare il convento dei Sett’Angeli. Al loro posto, si insediarono le monache olivetane delle Repentite, il cui comportamento scandaloso e “troppo vicino” all’abitato, fece sì che venissero dirottate in altri monasteri. Abbandonata nel 1866 per la requisizione dei beni ecclesiastici, la chiesetta il 9 maggio 1943 fu danneggiata dai bombardamenti che rasero al suolo il convento.
Sempre domenica si deve approfittare della possibilità di visitare il palcoscenico del Teatro Massimo: lo scorso weekend sono stati più di 1200 i mettersi in fila per vederlo. La visita guidata alla scoperta dei mestieri del teatro, è in programma dalle 12,30 alle 17, ma tutti coloro che si presenteranno al botteghino con un coupon del Festival (già utilizzato o non ancora utilizzato) potranno assistere a uno spettacolo in Sala Grande al prezzo poco più che simbolico di 5 euro. La scelta è tra “Il Pinocchio (mal) visto dal gatto e la volpe” con Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti, regia del Collettivo Shorovsky (29 e 30 ottobre), e “Babbelish, ovvero i fratelli gabbati” (3 e 4 dicembre).
Questo weekend appuntamento anche con la musica domenica alle 11, alla chiesa del SS. Salvatore per un concerto che farà incontrare per la prima volta tre grandi artisti, portatori di un unico messaggio di pace e unione. Il senegalese Jali Diabate, voce ekora (l’arpa africana), il siciliano Giuseppe Di Bella, voce e chitarra, l’arabo Faisal Taher, voce e oud. Si esibiranno prima da soli, poi in un’unica performance, intrecciando suoni, culture differenti e atmosfere. In collaborazione con PromoArtPalermo di Aura Lopes. Direzione artistica: Roberto Bellavia. Biglietto: 10 euro. Parte del ricavato dei concerti verrà utilizzata per sostenere progetti di reinserimento lavorativo e sociale di ex detenuti del Malaspina.
LE VIE DEI SAPORI. Sono i fichidindia i protagonisti del terzo appuntamento a San Lorenzo Mercato, de “Le Vie dei Sapori”, in collaborazione con Le Vie dei Tesori, il corso di laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Palermo e l’associazione Cuochi e Pasticceri di Palermo. Questo weekend è interamente dedicato alle diverse varietà di ficodindia – sanguigna, sulfarina e muscaredda – di cui si parlerà venerdì alle 18.30 durante l’incontro “Ficodindia, il volto della Sicilia” che coinvolge l’Azienda agricola Schifano, con i suoi oltre 100 anni di storia di coltivazione di ficodindieti a Roccapalumba; e Paolo Inglese, coordinatore del corso in Scienze e Tecnologie alimentari dell’Università e uno dei massimi esperti di ficodindia a livello internazionale. Al termine dell’incontro, lo chef Vincenzo Favaloro, ospite spesso alla Prova del Cuoco e su Alice Tv, preparerà il suo originale ficodindia in 3D, utilizzando tutti gli elementi, frutto, buccia e pala vergine; la dolcezza del frutto verrà accostata a una tartare di vitello aromatizzata al lime, servita con un tuorlo d’uovo bio cotto a freddo accompagnato da chips ricreate con le pale e la buccia del fico. Degustazione libera.
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