“Senza una correzione della norma nazionale attualmente in vigore, così come è stata recepita di recente anche in Sicilia, numerosi progetti rischieranno di rimanere solo una bellissima idea. Questo accade perché le province e i comuni, per la progettazione saranno costretti a doversi rivolgere a professionisti esterni, pur annoverando in pianta organica tecnici che grazie alla legge 415 del 1998 hanno fino ad oggi redatto e firmato elaborati in assenza dell’abilitazione, nei limiti previsti dagli ordinamenti professionali, avendo soltanto il diploma tecnico. Come sappiamo, però, molte amministrazioni lamentano notevoli difficoltà finanziarie, motivo per cui non hanno possibilità di affidarsi a tecnici esterni per le progettazioni, lasciando nel cassetto tantissime proposte e rinunciando molto spesso alla partecipazione ai bandi”.
E’ la sostanza della proposta, già peraltro presentata dalla deputata nazionale Renata Polverini nella legge di stabilità, che il segretario regionale Giuseppe Messina, ed il segretario provinciale della Ugl di Catania Giovanni Musumeci, hanno trasmesso all’assessore regionale delle Infrastrutture, affinchè possa promuoverne l’inserimento nella legge finanziaria in discussione all’Assemblea regionale siciliana, in relazione alla legge regionale sugli appalti.
“Ringraziamo il componente del governo ed assessore al ramo che ha accolto la nostra iniziativa mirata a sbloccare una situazione che sta creando non poche difficoltà a tanti enti pubblici, soprattutto in questa fase in cui si stanno per chiudere i progetti relativi al Patto per la Sicilia ed al Patto per le città metropolitane di Catania, Messina e Palermo – aggiungono Messina e Musumeci. Il nuovo codice degli appalti, infatti, consente la redazione di progetti da parte dei dipendenti interni alle pubbliche amministrazioni, soltanto se abilitati all’esercizio della professione ed iscritti all’albo mentre l’Anac, con una deliberazione dello scorso ottobre, per la nomina a responsabile unico del procedimento per lavori fino alla soglia comunitaria non prevede l’abilitazione per i tecnici degli enti pubblici. Per questo, auspichiamo l’assimilazione di questo stesso principio anche per gli incarichi di progettazione e di direzione lavori. Negli organici dei nostri enti locali, ad esempio, è presente un nutrito nucleo di geometri, non abilitati, che hanno svolto per decenni questo tipo di attività così come anche la contabilità, consentendo a comuni e province di realizzare opere pubbliche senza alcun aggravio di costi. Siamo fermamente convinti – concludono gli esponenti della Ugl – che questo indispensabile aggiornamento della legislazione possa favorire la valorizzazione dei dipendenti con ruoli tecnici, un notevole abbattimento delle spese, una proliferazione nella produzione di elaborati e di richieste di finanziamento, ma soprattutto una concretizzazione di tanti progetti, fino ad oggi chiusi in un cassetto, che possono dare sicuro respiro all’economia ed al sofferente comparto delle costruzioni”.
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