Lo scippo dei fondi al Sud prosegue e sarà portato a termine prima della fine dell’emergenza Coronavirus nel silenzio della polizia che ignora le proteste della Sicilia e dei suoi deputati e con la complicità dei grandi mezzi di informazione.

A dimostrarlo sono i silenzi sulle affermazioni del Premier Giuseppe Conte che il 1 aprile (e non è uno scherzo) fra le altre cose sulla sua pagina ha postato i contenuti ‘positivi’ del suo colloquio telefonico con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e in particolare le due iniziative proposte all’approvazione della Commissione ovvero uno strumento da 100 miliardi per sostenere le misure nazionali dirette a contrastare la disoccupazione e ad alimentare la cassa integrazione e l’idea di consentire all’Italia e agli altri Stati di usare i fondi strutturali europei non ancora spesi con la più ampia flessibilità: senza più i vincoli di cofinanziamento nazionale o di particolari destinazioni funzionali o territoriali. Di fatto addio risorse europee delle regione, addio a qualsiasi alle risorse sulle quali la Sicilia spera per ripartire

“Il premier Conte smentisca lo stop al vincolo territoriale sui fondi strutturali europei non ancora spesi” ha chiesto Giusi Bartolozzi, deputata di Forza Italia, intervenendo nell’Aula di Montecitorio nel corso dello svolgimento di un’interpellanza urgente, firmata anche dalla capogruppo Mariastella Gelmini e dalle deputate Stefania Prestigiacomo e Matilde Siracusano. “ll governo non può recepire la proposta della Commissione europea perché i fondi devono essere addizionali e quindi devono rispettare il principio di assegnazione territoriale”.

Di fatto la lettera di protesta della Sicilia inviata alla Conferenza delle Regione e all’Unione Europea non ha fermato la procedura di ‘scippo’ in atto, neanche dopo che lo stesso Movimento 5 stelle, forza di governo, dalla Sicilia si è accorto dell’operazione. “Apprezzo le parole del sottosegretario Pier Paolo Baretta, ma mi aspetto che sia lo stesso premier Conte a fare chiarezza su un punto che ritengo nodale nella contrattazione tra Stato e Regioni. Dopo questa pandemia e questa crisi nulla sarà come prima. Non è solo l’ emergenza sanitaria a preoccupare. Dovremo far fronte a una crisi economica e sociale imponente. Non sono le regioni del Sud che si oppongono ancora una volta a quelle del Nord”.

“E’ una rivendicazione di diritti che spettano ai cittadini del Mezzogiorno perché non dobbiamo dimenticare che i fondi europei e i fondi di coesione non sono sostitutivi rispetto all’intervento statale, ma servono per superare un divario ancora troppo grande. Un governo che è all’altezza del gravoso compito che gli è assegnato doveva usare altri strumenti, come spingere il finanziamento in deficit fino a 100 miliardi e non fare cassa facile nei territori che più risentono della crisi. Il Mezzogiorno avrà bisogno di iniziative di sostegno alle imprese, ai consumi e di assistenza alimentare. Per questo è importante rispettare l’allocazione delle attuali dotazioni finanziarie e la loro destinazione regionale così come il principio di addizionalità delle risorse europee e di coesione rispetto agli interventi ordinari e straordinari finanziati con la fiscalità generale. Un altro punto su cui vorrei fosse fatta chiarezza è quello del taglio lineare su tutte le regioni nella misura del 20 per cento che non sarebbe equo se poi le risorse non saranno destinate alle regioni nella misura in cui sono attinte. Il governo si impegna a una sorta di compensazione sulla riprogrammazione 2021-2027, ma se fa cassa oggi deve dire subito quanto restituisce. Prendendo a prestito le parole di un famoso economista: prestito si, furto no” conclude Bartolozzi.

Ma mentre avviene lo scippo la tv nazionale torna ad attaccare il meridione e a chiedere che non si diano soldi per l’emergenza denuncia, invece, Saverio Romano presidente Osservatorio Mezzogiorno dell’Eurispes “Spiace constatare che la narrazione che da più parti viene portata avanti sulle risorse destinate alle regioni del Sud non risponda a criteri di oggettività e verità quanto a strumentalizzazioni politiche e luoghi comuni. Un esempio fra i tanti? Quello di Lucia Annunziata, donna del Sud, giornalista di grande esperienza e conduttrice di ‘Mezzora in più’ che, intervistando Ferruccio De Bortoli gli chiede se ‘esiste un’emergenza sociale o si tratta di semplice e pura delinquenza dietro a queste cose (minacce di assalti ai supermarket da parte di cittadini delle città meridionali senza reddito), ribadendo che comunque la soluzione non può essere solo soldi di nuovo”.

“Ebbene, se nel caso dei disordini che si prevedono a causa del coronavirus, il sottoscritto ha avanzato serie e fondate preoccupazioni, invitando fra l’altro il governo a non usare i fondi Ue destinati al Meridione perché in questo modo lo si priverebbe dell’unica possibilità di futuro, sulla grave inesattezza pronunciata dalla Annunziata per la quale ‘di nuovo’ pioverebbero denari su un Sud che non li sa impiegare, va detto non solo che già si tempi della Cassa del Mezzogiorno il Sud riceveva lo 0,5% del Pil italiano a fronte del 35% destinato al Nord ma dal 2000 al 2017 il Sud si è visto sottrarre illegittimamente dallo Stato circa 840 miliardi dirottati al Centro Nord, in violazione del dettato costituzionale, del Dpcm 27 marzo 2015 e in elusione di varie sentenze della Corte costituzionale (141/2016, 273/2013, 65/2016)”.

“Il Sud e gli italiani che lo abitano, ci lavorano e lo amano, meritano rispetto e verità ed è anche per questo che Eurispes ha pensato bene di organizzare un desk permanente che dia una corretta informazione sulle somme, sui progetti, e sulle iniziative che lo riguardano” conclude Saverio Romano.

Il contentino arriva nella serata di ieri quando il governo fa sapere che la Sicilia potrà usare i fondi europei per l’emergenza ma senza nessuna garanzia sul dopo e senza nessuna garanzia sull’abolizione del vincolo territoriale. I tre miliardi sono nella disponibilità siciliana ma i dubbi restano intatti

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