“I fondi europei non ancora spesi dalle regioni del sud e isole non possono essere riallocati altrove, senza accordo delle regioni. L’Iniziativa di investimento in risposta al Coronavirus, il provvedimento approvato ieri dal Parlamento Europeo, che rende ammissibili le spese dei governi nazionali correlate al Coronavirus nell’ambito dei fondi europei non ancora spesi, non può consentire la sottrazione delle somme destinate a Sicilia, Sardegna e ad altre regioni del sud, in favore di realtà territoriali differenti”.

È quanto affermano le europarlamentari della Lega, Francesca Donato e Annalisa Tardino, in merito alla vicenda che riguarda i fondi europei destinati alle isole e alle regioni del sud.

“Solo il 15 per cento di questi fondi può essere eventualmente speso al di fuori del territorio regionale cui era destinato, ma sempre previo consenso della regione stessa. Ho ricevuto conferma di questa interpretazione tecnica delle norme UE – dice la Donato – da un tecnico della task force appositamente istituita dalla commissaria europea alla coesione territoriale Elisa Ferreira, proprio sul punto che ha allarmato in questi giorni le giunte regionali”.

“Rimane, dunque, nella competenza delle Regioni – ha aggiunto la Donato – la programmazione di spesa da rimodulare per far fronte all’emergenza derivante dall’epidemia di Coronavirus, con interventi sia sul fronte sanitario che su quello economico e sociale. Il governo italiano, dunque, non può legittimamente sottrarre i fondi europei su cui le regioni del sud potevano contare sino ad oggi, ma dovrà anzi semmai sostenerle nel cofinanziamento per accedere ai nuovi programmi come il CRII (Coronavirus Response Investment Instrument)”.

“Inoltre, la Lega al Senato ha avanzato una richiesta al Governo – conclude Annalisa Tardino – affinché in sede europea si dia corso ad una deroga al principio del cofinanziamento nei confronti dell’Italia: siamo contribuenti netti dell’UE ed in questo momento ci aspettiamo che la stessa finanzi i nostri progetti per l’emergenza al 100 per cento, dimostrando così vero supporto al nostro Paese in un momento tanto drammatico”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la dichiarazione dei giovani industriali di Sicindustria: “Una proposta irricevibile”. Così Gero La Rocca, presidente dei Giovani imprenditori siciliani di Confindustria stigmatizza la possibile riallocazione della risorse.

“Abbiamo dimenticato – sottolinea La Rocca – che la Sicilia e, più in generale, l’intero Mezzogiorno erano in recessione già prima dell’irrompere del Covid-19? È evidente che ci troviamo in una situazione di emergenza che richiede decisioni rapide e talvolta divisive, ma questo è il momento di pretendere dalla comunità europea l’adozione di misure adeguate e l’immissione di liquidità agli Stati più esposti, e non certo quello di drenare quelle risorse che, per la Sicilia, erano preziose prima e saranno vitali dopo. Per questo speriamo che le rassicurazioni, giunte in seconda battuta dal ministro sul pieno coinvolgimento delle Regioni, trovino effettiva attuazione. Non è possibile infatti subire scelte che abbiano il suono di una ulteriore amara beffa per i giovani del Sud e che, come conseguenza immediata, finiscano solo con lo spaccare ancora una volta il paese in una fase cruciale che richiede invece la massima unità. Una cosa è certa: la nostra economia non è nelle condizioni di subire tagli alle risorse già assegnate, con la promessa di rivederle nella prossima programmazione. La Sicilia non ha questo tempo e i giovani siciliani non meritano un ulteriore voltafaccia da chi, a parole, afferma di volerne fermare la fuga e, con i fatti, crea le premesse affinché questa fuga divenga ineluttabile. Chiediamo a gran voce, quindi, al governo regionale di attivarsi rapidamente affinché i fondi disponibili vengano effettivamente utilizzati per fronteggiare in Sicilia l’emergenza attuale e futura e affinché vengano liquidate il prima possibile le somme già assegnate sul Fesr che le aziende attendono per proseguire i programmi di investimento”.