A Palermo questa l’hanno già sentita.  “A gennaio non ci sarò più, ci penserà qualcun altro”. Lo ha detto il proprietario del Palermo, Maurizio Zamparini, il giorno dopo la sconfitta rimediata dai i rosa  in casa contro il Cittadella per 3-0, una batosta arrivata nella settimana  in cui  la Procura ha presentato un’istanza di fallimento della società.

“Non so se le vicende giudiziarie – ha aggiunto – abbiano influito sul rendimento della squadra, certo sono cose che si ripercuotono nella testa di tutto lo staff e dei giocatori. Io sono in una situazione paradossale dopo tutto quello che ho fatto a Palermo, non so cosa c’è dietro. Gli avvocati stanno lavorando ma sono esterrefatto, non penso che rimarrò a Palermo, mi dispiace solo per voi ragazzi, c’è gente che vuole che io me ne vada”.

E in effetti il Palermo sceso in campo al Barbera contro un buon Cittadella, era una squadra totalmente irriconoscibile rispetto alle precedenti partite in cui la squadra di Tedino aveva dimostrato di poter ambire al ritorno in Serie A. E’ lecito chiedersi come le vicende societarie possano bloccare le attitudini sportive dei giocatori, ma questa è storia vecchia nel calcio italiano.