La Consigliera comunale del Partito Democratico Milena Gentile ha presentato oggi alla condivisione del Consiglio comunale di Palermo una mozione in cui chiede al Sindaco di respingere le dimissioni di Letizia Battaglia dalla direzione artistica del Centro Internazionale di Fotografia di Palermo e, contestualmente, chiede che Sindaco e Giunta si facciano carico di stanziare i fondi necessari al rilancio del Centro, che costituisce un indiscutibile tassello del patrimonio culturale di Palermo.

La mozione è condivisa e sostenuta dalle socie e dai soci dell’Associazione Emily, dall’Associazione Mezzocielo, presieduta da Rosalba Bellomare, dall’on.le Marika Cirone Di Marco, già deputata all’Ars, nonché componente della Direzione regionale del PD, dalla Segretaria del Circolo Pd Libertà, Adriana Palmeri, dalla Segretaria del Circolo PD Centro Storico, Tiziana Calabrese. L’intera Unione provinciale del Pd di Palermo, con in testa il Segretario Rosario Filoramo, sostiene convintamente la necessità di rilanciare l’importante polo culturale palermitano diretto da un’artista del calibro di Letizia Battaglia.

“Ritengo che il disorientamento, se pur comprensibile, prodotto dalla lettura delle foto per la campagna Lamborghini, sia tuttavia frutto di un’analisi che ha in sé il vizio di fermarsi in superficie, precludendosi così la possibilità di cogliere la complessità della cifra che costituisce l’essenza espressiva di un’artista di spessore, qual è Letizia Battaglia – scrive la Gentile nella mozione -. Né può trovare alcuna giustificazione la virulenza inaudita di alcuni commenti contro una Donna che è sempre stata, e sempre sarà, un’Icona palermitana e italiana. A una lettura più profonda, l’evidente contrasto tra “la normalità” delle bambine in primo piano e la inconsueta presenza di un’auto lussuosa alle loro spalle contiene, a mio avviso, un messaggio di forte denuncia sociale: una costante di tutta l’opera di Letizia Battaglia. Perché a Palermo un’auto lussuosa ci sembra un marziano? La risposta è nelle stesse fotografie di Letizia, nei catoi dove entra il suo impietoso obiettivo con la complicità di chi non consente che quella realtà venga edulcorata o nascosta. Anche per questa campagna pubblicitaria, Letizia ha scelto di raccontare la decadente bellezza delle piazze monumentali di Palermo violate da un simbolo del lusso contemporaneo, che tutto inghiotte e tutto compra. Il sontuoso scenario offerto dalla facciata della chiesa di San Domenico, simbolo religioso ma anche Pantheon dei Siciliani illustri, viene adombrato dallo scintillio dell’auto di lusso che assume un carattere ancora più minaccioso per gli sportelli aperti, pronti a inghiottire la preda. E chi meglio di una ragazzina rischia di essere preda del dio denaro? Perché siamo indotti a pensare che Letizia abbia voluto fare propria la banale equazione donna-auto di lusso uguale: invito pruriginoso al possesso di entrambe? Perché mai un’artista che ha sempre rappresentato con linguaggio epico ed eroico il femminino dolente, avrebbe dovuto promuovere la vendita di un’auto di lusso usando banalmente l’immagine di una ragazzina “disponibile”? Casomai è vero il contrario. Lo dimostra la foto della bambina dai capelli rossi sullo sfondo di piazza Pretoria, sede e simbolo cittadino del potere politico, e in mezzo una Lamborghini quasi fuori campo che “minaccia” di irrompere. Come la politica rischia di essere deviata dalla corruzione, provocatoriamente, Letizia suggerisce che il medesimo pericolo rischia una ragazzina cresciuta nella povertà, anche solo culturale, in un tempo abbagliato dal mito del facile successo. Vogliamo forse negare la profonda verità nascosta negli scatti di Letizia? La verità di un Sud, ancora abbandonato e sfruttato, dove a resistere è solo la dolente bellezza dei monumenti e chi, come tante ragazzine, non può fuggire altrove a cercare fortuna. Un Sud dove le donne sono l’anello debole di una catena di sottosviluppo, ignorato o pensato ineluttabile”.

 

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