Gli studenti vivono “male” il continuo controllo da parte dei genitori dei voti sul registro elettronico. Al punto da spingere il collegio dei docenti ad eliminare questa sezione. Adesso mamme e papà non potranno più vedere in “tempo reale” i voti dei propri figli con un semplice click da casa. Dovranno attendere la fine del primo quadrimestre o la fine dell’anno. Oppure andarsi ad informare direttamente a scuola nelle riunioni periodiche direttamente con gli insegnanti. Succede al liceo “Cannizzaro” di Palermo dove i circa 1.600 ragazzi iscritti tirano un sospiro di sollievo. Almeno quelli che non brillano per rendimento.
“Ansia da prestazione”
Sentita dal quotidiano “La Repubblica”, la dirigente scolastica del liceo spiega i motivi: “Ci siamo resi conto – afferma Anna Maria Catalano – che i ragazzi vivono una grandissima ansia da prestazione nei confronti del loro genitori. Così si è deciso che i voti non saranno più immediatamente visibili sul registro elettronico. Abbiamo ragionato molto su questo aspetto con il corpo docente e siamo stati d’accordo che questa misura possa contribuire a una maggiore serenità dei ragazzi nella vita scolastica”.
Decisione che dividerà
Chiaramente una decisione che con ogni probabilità dividerà i genitori tra “pro” e “contro”. Tra chi pretende di poter verificare istante dopo istante il profitto del figlio, e chi invece ritiene più saggio non puntare il dito per un brutto voto. I docenti parlano di “inopportunità” il costante controllo dei voti da parte dei genitori.
Crisi di panico
Addirittura ci sarebbero state delle crisi di panico all’interno della scuola durante le interrogazioni. Lo ha detto sempre intervista a “Repubblica” una storica docente del liceo, Patrizia Garofalo: “In alcuni casi è stato necessario richiedere l’intervento del 118” rivela. I ragazzi adesso hanno più paura del giudizio dei genitori che del docente”. Secondo l’esperienza dell’insegnante nel tempo i ragazzi si sono mostrati sempre più fragili nell’affrontare il percorso scolastico: “Perché non si sentono liberi di sbagliare”.
Commenta con Facebook