Il 29 settembre dello scorso anno alle 14.36 Salvino Caputo ha appreso da una sua collega che l’istanza di riabilitazione è stata rigettata. Non poteva candidarsi per le regionali. L’esponente della lista Noi con Salvini ha chiesto un parere legale all’avvocato amministrativista Gaetano Armao. Alle 15.58 nel corso di una telefonata con Alessandro Pagano, Salvino Caputo, pur sapendo che il provvedimento è stato bocciato ha comunicato al leader di Noi con Salvini che la decisione era stata rinviata. Quindi non poteva essere candidato. Ed è in questa telefonata che nasce l’idea di candidare un familiare dell’avvocato monrealese.
“Senti, mi devi fare una cortesia – dice Pagano a Caputo – non possiamo prendere settemila o sei mila voti e buttarli al macero. Scusa male che fa candidi tuo figlio. Tu continui ad essere più forte di tutti. Io so già la soluzione qual è. Caputo senza fotografie e Gianluca non so come si chiama tuo figlio, detto Salvino. Punto e basta funziona così”.
Un inganno secondo la procura e il gip di Termini Imerese nei confronti degli elettori. Scelta condivisa anche da Angelo Attaguile. Lo stesso giorno il 29 settembre alle 18.13 Attaguile parla con Caputo.”Ho parlato con Alessandro, La soluzione che ha posto lui è ottima. Quella detto Salvino. Candidare tuo figlio e stare tutto così com’è e poi ci si mette detto Salvino. Non hai parlato tu con lui. La tua la mantieni lo stesso. Questa candidatura, mettendoci il nome di tuo figlio. Però ci metti detto Salvino”.
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