“Dal 2014 l’Inps non ha comunicato al ministero di Grazia e Giustizia un indirizzo Pec dove notificare gli atti giudiziari. L’Inps ha un indirizzo Pec,  ma questo indirizzo non si trova nel registro generale indirizzo elettronici gestito dal ministero di grazia e giustizia. Questa circostanza non consente di notificare regolarmente gli atti giudiziari a quella mail.

Si tratta di migliaia di cause in tutta Italia. Si è costretti a notificare gli atti con ufficiali giudiziari. Ci sono sentenze del Tar che hanno condannato enti statali a dotarsi di Pec. Sono sentenze recentissime”.

Lo dice l’avvocato palermitano Paolo Palma. “Per chi presenta il ricorso all’Inps la procedura non ha un costo – aggiunge l’avvocato – Ma ha un costo per la collettività visto che deve essere impiegato per queste operazioni tanto personale che potrebbe essere utilizzato per altro.

In più in questo periodo con l’emergenza coronavirus notificare tramite Pec sarebbe una soluzione ottima per accelerare le procedure e rendere più sicuro il servizio ed ridurre la circolazione delle persone. I costi per la notifica sono posti a carico dello Stato.”.

Ieri l’Inps e l’assessorato regionale al Lavoro erano finiti nella bufera per la Cassa Integrazione.

“Oggi i nove Centri per l’impiego della Sicilia, con oltre 140 persone, inizieranno a trasferire all’Inps i primi 1.400 decreti per il pagamento della Cassa integrazione in deroga. Dalla prossima settimana, gli uffici lavoreranno da 2.000 a 2.500 decreti al giorno, tutti trasferiti in rigoroso rispetto cronologico”.

Lo dichiara l’assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone, che aggiunge: “Ogni pentagramma ha le sue note, nel pentagramma della politica spesso le note sono la polemica. Alcune volte anche fuoriluogo. La Cassa integrazione in deroga è un’opportunità che viene data alle piccole aziende, alle aziende private con meno di cinque dipendenti, in alcuni settori. Rispetto a questo ambito, la Sicilia ha giocato una partita non solo importante e rigorosa, ma anche attenta e ricca di risultati”.

Per prima cosa la Regione ha cercato le risorse: la prima tranche ha superato i 108 milioni di euro, la seconda i 100 milioni di euro e complessivamente ci saranno a disposizione 300 milioni di euro, per una platea di percettori che dovrebbe superare le 220mila persone. “Siamo partiti – conclude Scavone – con un sistema molto attento, con una piattaforma informatica. Abbiamo verificato le procedure, le abbiamo semplificate, oltre a incontrare oltre cinquanta tra organizzazioni sindacali, datoriali e anche professionali. Abbiamo risposto come Regione a circa 800 mail nel weekend che ha preceduto l’avvio della Cassa integrazione in deroga. Proprio in queste ore con l’Inps abbiamo integrato i sistemi informatici, quindi nessuna polemica sui sistemi che non dialogano”.

“Leggo sbigottito le parole dell’assessore regionale Scavone, che sbandiera di aver fatto un ‘ottimo lavoro’ sulla cassa integrazione per i lavoratori siciliani. A questo punto Scavone mi dica dove mandargli le centinaia di messaggi che ricevo ogni giorno da parte dei lavoratori disperati, che non hanno incassato il becco di un quattrino ancora oggi. Ci vuole davvero coraggio a fare queste dichiarazioni, visto che la Sicilia è l’unica regione a non aver trasmesso ancora i dati all’Inps per la cassa intestazione in deroga!”.Lo afferma il viceministro Giancarlo Cancelleri.

“In una cosa – continua Cancelleri – ha ragione Scavone, la Sicilia è davvero l’unica regione, ma non, come sostiene lui, a non aver avuto problemi, bensì a non aver dato un solo euro di cassa integrazione agli oltre 200 mila siciliani che ne hanno diritto. In questo momento di grande crisi questo è un delitto, visti soprattutto gli sforzi del governo nazionale per abbattere i tempi lunghi, tempi che purtroppo sono stati vanificati dal governo Musumeci. La regione Lazio, per esempio, già il 2 aprile ha inviato le prime pratiche all’INPS e in questi giorni i primi lavoratori stanno ricevendo la cassa integrazione. In Sicilia, nella più rosea delle previsioni, i lavoratori vedranno i primi soldi il 15 maggio, con un mese di ritardo, è una vergogna”.

“Le scuse – conclude il viceministro – l’assessore le vada a raccontare ai lavoratori, che dovranno aspettare ancora settimane per ricevere la cassa integrazione per colpa di un comportamento da incapaci. E questa è una vergogna che non fa rima con polemica, fa solo rima con incompetenza. Consiglio all’assessore di evitare di arrampicarsi sugli specchi e di sbrigarsi. E magari lo faccia anche in silenzio, visto che farebbe bene, considerate le lungaggini, ad usare una maschera più che una mascherina”.

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