Botte da orbi durante il battesimo subito dopo la messa. Protagonisti due nuclei familiari durante la celebrazione per consacrare un bimbo di sette mesi. I genitori, due ventenni, sono ormai ex conviventi.
Tra le due famiglie ci sarebbero già stati altri screzi. Alcuni dei protagonisti della vicenda vivono a San Cipirello. Altri vengono dai Comuni limitrofi. La tensione, come scrive il Giornale di Sicilia, è esplosa al termine della cerimonia religiosa che simbolicamente dovrebbe invece segnare la nascita della famiglia spirituale.
In chiesa non ci sono stati né abbracci né baci. E non solo per rispettare le regole anti-contagio. Sono volati invece schiaffi e calci. L’ironia della sorte ha voluto che fosse anche la prima domenica in cui è stato reintrodotto nel Messale l’invito a scambiarsi il dono della pace con una formula compatibile con l’emergenza Covid-19. Nemmeno questo ha riportato la serenità.
I due gruppi si sono infatti resi protagonisti di un parapiglia che ha coinvolto oltre una decina di persone. Una storia comunque dolorosissima, visto il contesto e il protagonista della cerimonia, un bimbo di pochi mesi. Il litigio è avvenuto in una delle navate laterali della chiesa madre. Spintoni, calci e schiaffi tra adulti noncuranti del luogo sacro in cui tutto ciò stava avvenendo.
La tensione sarebbe esplosa al momento delle foto da scattare assieme al piccolo festeggiato. In particolare l’insistenza da parte di una zia e dei nonni paterni avrebbero infastidito la giovane madre. Che avrebbe preferito meno presenze durante la cerimonia. Non tutti i partecipanti al momento delle foto avrebbero indossato le mascherine. Da qui il primo veemente scambio di accuse. Dalle parole si è però presto passati alle mani e non solo.
Ad avere la peggio sarebbe stato il nonno materno, scaraventato per terra e colpito più volte da un giovane con calci e pugni. La rissa ha visto protagoniste anche alcune donne, che hanno sferrato schiaffi e si sono dedicate alle classiche «tirate per i capelli». Nella colluttazione tra i due gruppi perfino il bimbo avrebbe rimediato accidentalmente un colpo. Ad assistere alla scena surreale c’erano in chiesa ormai pochissimi fedeli atterriti. La funzione religiosa era ormai finita. Le urla hanno però attirato l’attenzione del parroco, che era in sagrestia. Ma nonostante l’intervento dell’arciprete Giuseppe Billeci, i contendenti hanno continuato a darsele per un po’ e di santa ragione.
Nessuno ha avvertito le forze dell’ordine. A cui però si sono rivolti in seguito alcuni dei protagonisti per denunciare lesioni e minacce. All’uscita dalla chiesa, nel sacrario di piazza Matrice, sarebbero volate anche «parole pesanti». Adesso sarà la Procura a valutare il peso e la gravità di quanto accaduto dentro e fuori la chiesa madre, trasformata per qualche minuto in un piccolo campo di battaglia.
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