La costante separazione tra il bene e il male che emerge in un contesto avvelenato, e dalle mille contraddizioni, come quello della guerra che tira fuori il peggio di ciascuna persona, ma forse anche il meglio.

Arriva in versione cartacea, dopo circa quattro mesi di pubblicazione in ebook, il romanzo d’esordio di Giuseppe Oddo intitolato ‘Quel che resta è solo polvere’ (Booksprint Edizioni).  Il romanzo narra le vicenda del giovane Roberto Corsini, siciliano di Corleone che per sfuggire alle frustrazioni della routine in cui vive ingabbiato dalla pesante personalità dello Zio, ottiene da quest’ultimo il ‘permesso’ per andare a combattere nel nord italia, da ufficiale riservista e convinto nazionalista. Oltre la linea del Po è, infatti, in atto l’ultima fase, la più cruenta, della guerra di secessione tra la Padania e l’Italia.

“Scrivo da sempre e, già da piccolo – racconta l’autore -, il mio giocattolo preferito era la macchina da scrivere di mio nonno. A quindici anni mio padre mi regalò una Olivetti che conservo tuttora gelosamente e che ha accompagnato tutte le scorribande letterarie fino a qualche tempo fa’. Poi inevitabilmente mi sono convertito al computer. A diciassette anni ho avuto le prime esperienze nelle redazioni giornalistiche. Il giornalismo mi piaceva, ma da solo non bastava, mancava qualcosa. La passione per la scrittura creativa è nata così per gioco, per distrazione.”

Un romanzo basato su vicende storiche e politiche, ma che cela un significato profondo. Una storia a tinte fosche, ricca di cambi di scena, dal ritmo incalzante, che non lascia spazio all’immaginazione e che si mostra nella sua nuda realtà, fino alle estreme conseguenze. ” ‘Quel che resta è solo polvere’ intende chiudere un cerchio a distanza di circa tre decenni – racconta lo scrittore -. L’idea è nata, infatti, trent’anni fa davanti a una scritta su un muro a Legnano, dove vivevano i miei nonni e dove andavo a trascorrere del tempo per stare con loro. La scritta diceva ‘Fuori i terroni dalla Lombardia’. Chiesi a mio nonno chi fossero i terroni e lui mi disse ‘Siamo io e te’. Fu un pugno nello stomaco e forse mai ammortizzato perché vissuto con gli occhi e la sensibilità di un bambino. Questo sconvolgimento l’ho riversato nella stesura del romanzo che, di fatto, ho scritto durante tante notti passate insonni e in un periodo di grande tormento interiore”

Giuseppe Oddo è un siciliano con una grande passione per la Storia Contemporanea e l’Arte del Presepe. Conseguito il Diploma con il massimo dei voti, dopo una breve parentesi di collaborazione esterna con il quotidiano “La Sicilia”, è diventato un Ufficiale di Complemento dell’Aeronautica Militare fino all’attuale impiego nella Polizia Municipale di Palermo. Classificatosi al quarto posto del “premio parole in corsa” con il racconto “Curve di rabbia” dedicato ai migranti, ha vinto il Premio Letterario D’Annunzio nel 2008 con “Il fioraio di Balarm”e il Premio Umberto II nel 2011 con “Miracolo a Peninha”. Nel 2011, per merito riconosciuto, è stato nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito Civile di Savoia.