“Dovremmo fare un lockdown durante le vacanze di Natale come la Germania, ma gli italiani farebbero la rivoluzione“. Così Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe di Bologna che analizza i dati della pandemia, su ‘La Stampa’ facendo presente che “purtroppo non siamo pronti a misure così dure; ma serve un piano rigoroso per ridurre i contatti ed evitare che la terza ondata si innesti direttamente nella seconda”.
“Affidare tutto alla responsabilità individuale è un rischio che non possiamo permetterci – osserva – paghiamo mesi di disagio e la gente non vede l’ora di uscire. Mi rendo conto sia impopolare dirlo, ma non è il momento: rischiamo una tempesta perfetta. La seconda ondata è solo nella fase iniziale della discesa e davanti ci sono tre mesi d’inverno, il picco dell’influenza a fine gennaio e l’Italia tutta gialla con le festività. Anche l’arrivo del vaccino contribuisce all’idea sbagliata di imminente liberazione”.
Sul vaccino in particolare “il piano del governo non tiene conto della variabilità delle forniture, per esempio Sanofi che consegnerà in ritardo. E poi più della metà delle dosi arriverà dopo l’estate. Se entro settembre si riuscisse a vaccinare un terzo della popolazione sarebbe già un grande risultato. Il piano vaccinale di qualunque Paese durerà almeno un anno. Senza dimenticare che al momento non conosciamo la tenuta immunitaria del vaccino oltre due mesi”.
Sul lockdown della Germania: “I tedeschi hanno capito che se non si governa la sanità non si rilancia davvero l’economia. In Italia la strategia è meglio un uovo oggi che una gallina domani”. Inoltre, sempre sulla Germania, “la campagna vaccinale funzionerà meglio se ospedali, medici e infermieri non vivranno nell’emergenza. Personalmente penso che quest’ anno il Natale sia una festa da vivere sobriamente, anche nel rispetto di chi si dovrebbe incontrare. La verità è che le vacanze, con le scuole chiuse, sarebbero il momento ideale per un lockdown”.
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