Immagini video acquisite dalla squadra mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, riprenderebbero le fasi dell’omicidio di Leonardo Bua e del ferimento del fratello Giuseppe, nella piazzetta Caruso nella zona marinara dell’Arenella, a Palermo.
Per il delitto è stata fermata una donna di 20 anni, Alessandra Ballarò.
Due fratelli, Leonardo Bua, 37 anni, e Giuseppe, 40 anni, sono stati affrontati nel pomeriggio, in piazzetta Caruso a Palermo, davanti casa, da una persona che poi ha sparato diversi colpi di pistola uccidendo il primo e ferendo gravemente il secondo che è stato trasportato nell’ospedale Villa Sofia dove si trova in Rianimazione.
Per il delitto e il tentativo di omicidio è stata fermata una donna, vicina di casa, che avrebbe avuto continue liti, l’ultima circa una settimana fa, con i due fratelli. Gli agenti della squadra mobile sono giunti nella piazzetta, all’Arenella, quartiere marinaro, e hanno interrogato parenti e vicini di casa delle vittime portando qualcuno in questura.
E’ apparso subito chiaro che vittime e assassino si conoscessero. La polizia ha anche sequestrato degli indumenti dall’abitazione di una famiglia che abita nella piazzetta. Sul luogo dell’omicidio ci sono state scene di disperazione tra i familiari delle vittime. In via Gregorio Magno, nel bar punto di ritrovo degli abitanti della zona, la gente non parla d’altro.
Ma quando gli uomini vedono il cronista subito si zittiscono. Un pescatore dice: ”Qui all’Arenella noi ci occupiamo di pesce. Meglio non fare domande” Sull’asfalto sarebbero stati trovati due bossoli di pistola. Gli investigatori stanno cercando l’arma utilizzata per sparare ai Bua che potrebbe essere stata gettata a mare.
Chi ha sparato non ha avuto scrupoli perché in quel momento nella piazzetta c’erano anche bambini in bicicletta e altre persone.
La vicenda presenta delle analogie con quanto accaduto il 18 settembre scorso nel quartiere Acquasanta, dove un uomo di 48 anni Pietro Francesco Maronia, posteggiatore abusivo, era stato ucciso con una coltellata in vicolo Pipitone, non lontano dal luogo dell’omicidio di oggi.
La polizia fermò Giovanni Pizzuto, 28 anni, che confessò il delitto dicendo: “Mi sono difeso perche’ mi ha puntato la pistola contro e ha minacciato la mia famiglia”. Il giudice convalidò l’arresto.
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