Il Tribunale dell’Unione europea ha rigettato integralmente il ricorso dell’Italia contro la decisione della Commissione Ue di tagliare di quasi 380 milioni su 1,2 miliardi i fondi strutturali destinati alla Sicilia dopo aver accertato diverse irregolarità per il periodo 2000-2006.
Si tratta di spese destinate al Fondo Sociale Europeo di genda 2000 quindi risalenti al programma che si è cpncluso definitivamente nel 2008. I giudici del Lussemburgo hanno osservato come sia innegabile l’esistenza di errori nella spesa, imputabili a insufficienze nei sistemi di gestione e di controllo del Piano operativo regionale (POR) Sicilia, che si sono manifestati nel corso di diversi esercizi finanziari e ai quali non è stato posto del tutto rimedio fino alla fine della programmazione.
“Ex governatori e dirigenti devono pagare – attaccano i deputati M5S all’Ars Valentina Zafarana, Luigi Sunseri e il deputato europeo Ignazio Corrao -. Musumeci avvii subito un’indagine interna per dirci i nomi e i cognomi dei soggetti che hanno portato a questo disastro storico e certificato e venga subito a riferire in aula. Dovremo restituire all’Europa 379 milioni di euro relativi al FSE 2000-2006. La sentenza di condanna del Tribunale Ue che respinge il ricorso dell’Italia per evitare la riduzione dei fondi europei per la Sicilia perché ci sono ‘troppe falle nella gestione e nei controlli’ è uno schiaffo violentissimo non solo alla dirigenza regionale nella gestione dei fondi Ue, ma purtroppo anche ai siciliani e al mondo della formazione, perché certifica senza appello la mangiatoia della politica ai danni della formazione”.
“Irregolarità, assenza di controlli e gravi carenze negli anni – spiegano i deputati – hanno consentito di divorare i fondi per la formazione in maniera molto ‘allegra’. Progetti presentati dopo le scadenze, consulenti esterni privi di qualifiche, spese non attinenti ai progetti, attività formative false, violazioni sistematiche negli appalti e nella selezioni di docenti, esperti e formatori. Una vera e propria truffa colossale all’Ue con i soldi dei siciliani. Adesso vogliamo sapere dove sono andati a finire questi soldi e chi deve pagare per questo danno gravissimo alle casse siciliane. In alcuni anni, la percentuale di irregolarità dei progetti era anche del 98%, quindi erano quasi totalmente inammissibili”.
“Sono 5 anni – dice Corrao – che lanciamo l’allarme. Fino all’ultimo speravamo che gli esperti, gli alti dirigenti, i superconsulenti avessero ragione e mettendoci l’anima in pace avremmo accettato con piacere il verdetto di incapaci e incompetenti allarmisti. Purtroppo non è andata così e i nostri calcoli, studi si sono rivelati esatti”. A tal proposito, l’europarlamentare M5S sta presentando interrogazione alla Commissione Europea per capire quali saranno le conseguenze e anche lo stato di eventuali irregolarità della programmazione 2007- 2013.
“Con questa sentenza – aggiungono la capogruppo a sala d’Ercole Zafarana e il deputato Sunseri – si apre uno scenario terrificante, non solo rischiamo un’importante riduzione dei 4 miliardi certificati da Crocetta, ma rischiamo di non avere più la possibilità di spesa dell’attuale e vitale programmazione”.
“La restituzione dei fondi europei? Un disastro per le casse della Regione siciliana che causerà non pochi problemi in un momento ancora critico per la nostra isola”. Lo sostiene il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “Adesso bisogna evitare che questo grave errore non si ripeta e rafforzare subito la capacità di spesa di queste risorse, le uniche disponibili per avviare investimenti e rilanciare lo sviluppo. Questo sindacato – continua il leader della Uil – ha già chiesto una verifica sui progetti esecutivi per le opere che utilizzano i fondi del Patto per la Sicilia. E in generale lo stato di utilizzo delle risorse della programmazione europea e delle Politiche attive per il Lavoro. Ma oggi – conclude il segretario Barone – chiediamo, ancora una volta e a gran voce, un incontro immediato con il Governo Musumeci. Troppe emergenze stanno deflagrando: rifiuti, acqua e adesso anche l’utilizzo dei fondi europei. Un confronto non è più rinviabile”.
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