E’ ancora scontro tra il Governo Musumeci ed i deputati Cinque Stelle. Al centro del dibattito ddl governativo che prevede alcune modifiche alla legge in materia di edilizia l. r. n. 16/2016 con la quale è stato recepito il Testo unico nazionale. A scatenare la polemica l’articolo 18, quello che normerebbe la compatibilità delle costruzioni sottoposte a vincolo.
“Il tentativo di sanatoria edilizia dell’era Musumeci sarà un ulteriore scempio per i centri storici siciliani. Abbiamo il dovere di fermare questa maxi speculazione edilizia ancor prima che il Governo nazionale impugni la norma, qualora venga approvata. Del resto ho io stessa depositato un emendamento che cancellando la scellerata norma sui centri storici introdotta nel 2019 e già all’esame della Consulta, sbloccherebbe la contrapposizione fra organi istituzionali e ci consentirebbe di raggiungere l’obiettivo di una nuova pianificazione ragionata dei nostri centri storici”. A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo che, torna a ribadire il no del Movimento 5 Stelle alla sanatoria edilizia proposta dal governo Musumeci.
“La sanatoria – spiega Campo – creerebbe ancora maggiore spopolamento e abbandono dei centri storici. Servono invece norme utili a favorire la rigenerazione e il recupero urbano, sui borghi rurali, sul riutilizzo dei grandi immobili pubblici e privati ricadenti nel cuore delle nostre città, sull’auto-recupero degli immobili non di pregio, sul sostegno alle cooperative di quartiere e su decine di altre innovative, e ragionevoli, forme di moderna urbanizzazione. A tal proposito, per superare lo stallo creatosi in merito alla modifica della legge sul recupero del patrimonio edilizio dei centri storici, che vede contrapposto il Consiglio dei ministri all’Assemblea regionale siciliana e oggi ancora al giudizio della Corte Costituzionale, ho presentato un emendamento al ddl in materia di edilizia attualmente all’esame della commissione quarta al fine di modificare la norma impugnata, dal momento che, come si legge nell’impugnativa, la stessa “si pone in contrasto con le norme del Codice dei Beni culturali e del paesaggio che sanciscono la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione e che riservano alla competenza esclusiva dello Stato la materia dei beni culturali”.
“In questa prospettiva, aggiungo, abbiamo presentato anche un ulteriore ddl, denominato ‘cooperative di rigenerazione urbana’ che va, anch’esso, nella direzione di una riqualificazione ordinata, articolata e omogenea, grazie ai principi dell’autorecupero associato. Questo ddl che prevede contributi concessi in annualità costanti attraverso mutui agevolati per immobili ubicati nei centri storici di cui si abbia la piena proprietà sommato ad esempio al bonus del 110 per cento sulle ristrutturazioni messo in campo dal governo nazionale, sarà una boccata d’ossigeno per il recupero degli immobili di pregio” – conclude Campo.
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