Bisogna staccare la spina alle macchinette di caffè e snack collocate negli uffici comunali e nelle 198 sedi scolastiche di Palermo. Con grave delusione per l’utenza che, soprattutto in questi giorni di gran caldo, può ristorarsi con una bibita fresca spendendo pochi centesimi.

La comunicazione dello stop è stata inviata ai dirigenti che guidano i settori dell’ amministrazione dove sono posizionati i dispenser, scuole comprese.

Come riporta il Giornale di Sicilia, è scaduto il contratto quinquennale con le società che avevano vinto l’appalto, le quali non hanno ancora ritirato gli apparati, e continuano però a rifornirli senza corrispondere il canone all’ amministrazione comunale. Una situazione che mette in grande imbarazzo i dirigenti che potrebbero essere chiamati a rispondere di danno erariale.

La richiesta di rimuovere i dispenser è stata ripetutamente rivolta alla «Stiga srl», evidentemente ancora senza successo.

La pausa caffè alle macchinette automatiche movimenta un giro di denaro non indifferente. Quando fu bandito l’ appalto era stato fissato in 1,6 milioni di euro, 320 mila euro all’anno, 27 mila euro al mese.
In cambio il Comune chiedeva alla società aggiudicataria un canone annuo medio di 200 euro per ogni dispenser installato in più una percentuale non inferiore al 15 per cento agli importi lordi incassati dai distributori (stimati esattamente in 5 anni in un milione 557 mila euro).

Il primo bando andò deserto e Palazzo delle Aquile fu costretto a riscriverlo al ribasso. Non chiese più i 200 euro per ogni macchinetta e la percentuale sugli incassi giunse al 10 per cento. Fu così che vinse l’ associazione temporanea di imprese composta dalla Stiga di Napoli e la Stima di Sant’ Agata Li Battiati.

Le macchinette dunque al momento sono ‘illegali’. Personale delle scuole e impiegati comunali faranno meglio a portarsi da casa snack e bevande, perché da un giorno all’altro le macchinette potrebbero non esserci più.