Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Vito Galatolo, il boss dell’Acquasanta che sta collaborando con la giustizia. Lo ha deciso il tribunale del riesame che ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Fabrizio Di Maria.

Un provvedimento che arriva un po’ a sorpresa dopo che il Gup Giuseppina Cipolla aveva ritenuto che non ci fosse “un ampio margine di certezza” sul fatto che Galatolo avesse reciso ogni legame con la criminalità organizzata.

La Procura aveva dato parere favorevole alla prima istanza di concessione dei domiciliari e all’udienza del riesame aveva ribadito la propria posizione: il pm Roberto Tartaglia, in particolare, aveva sottolineato l’emergere di riscontri alle dichiarazioni di Galatolo, ritenuto affidabile e coerente nei suoi racconti.

Vito Galatolo collabora con la giustizia novembre 2014 e aveva parlato, nelle sue prime dichiarazioni, del progetto di attentato nei confronti del pm Nino Di Matteo.

Galatolo ha contribuito a una serie di indagini e anche nel processo Apocalisse ha accusato molti dei suoi ex gregari.