Ogni anno la mafia sottrae almeno cinque miliardi di euro ai produttori siciliani onesti. Non solo i furti nelle campagne stanno devastando interi territori ma anche le imposizioni dei mezzi di trasporto determinano distorsioni del mercato che ricadono sugli agricoltori.

E’ il commento di Coldiretti Sicilia all’operazione della Dia di stamani sul patto tra casalesi e clan Riina che ha portato alla confisca di un’azienda di trasporti marsalese. Si stima che il volume d’affari complessivo annuale nazionale delle agromafie sia salito a 16 miliardi di euro, in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese perché la criminalità organizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi.

“Il trasporto delle merci su gomma già di per sé gravoso ed oneroso dallo stato delle strade e autostrade siciliane – aggiunge ancora Coldiretti Sicilia – non ha valide alternative e quindi incrementa il malaffare di criminali che proprio sul sistema viario fanno lievitare i prezzi al consumo di frutta e verdura anche del 300 per cento e limano quelli dell’imprenditore agricolo.
Per incrementare i profitti illeciti i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura e racket estorsivo, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza ed il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – conclude Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto”.