Quasi un secolo e mezzo di carcere è stato inflitto dal tribunale di Palermo a 17 tra presunti boss, estorsori e favoreggiatori delle cosche palermitane finiti in carcere nelle operazioni Apocalisse del 2014 e del 2015. I blitz decapitarono i clan di San Lorenzo, Resuttana, Acquasanta e Partanna Mondello e ricostruirono diverse ipotesi di estorsione.

Cinque gli assolti: Benedetto Alerio, Alessandro Chiovaro, Salvatore Buccafusca, Ivana De Lisi, Michele Pillitteri. Stralciate le posizioni di Ciro Giccione (condannato solo per la detenzione di armi a 3 anni e 6 mesi), Benedetto Alfano, Fabio Gloria, Carmelo Cusimano perché mancavano, nonavendole richieste la Procura, alcune intercettazioni ritenute indispensabili.

L’accusa in giudizio è stata rappresentata da Amelia Luise, Annamaria Picozzi, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Dario Scaletta.

Queste le condanne: Massimiliano Ammirata 1 anni e 3 mesi, Domenico Barone 13 anni e 6 mesi, Giuseppe Calvaruso 17 anni e 10 mesi, Girolamo D’Alessandro 2 anni e 8 mesi, Salvatore D’Urso 16 anni, Seam D’Angelo 3 anni e 8 mesi (è caduta l’accusa di associazione mafiosa), Ignazio Di Maria 15 anni, Giuseppe Faraone 4 anni e 6 mesi, Gaetano Ficano 1 anno e 3 mesi, Sebastiano Filingeri 16 anni, Giuseppe Giorlando 5 anni e 6 mesi, Camillo Graziano 15 anni, Francesco La Barbera 6 anni, Agostino Matassa 15 anni, Giuseppe Messia 7 anni, Vincenzo Russo m1 anno e 3 mesi e Girolamo Taormina 13 anni.

Erano accusati a vario titolo di mafia, estorsione, favoreggiamento, corruzione elettorale e detenzione di armi.
Questa tranche del procedimento è stata celebrata dal tribunale, un’altra è stata già definita in abbreviato dal gup con la condanna di 82 imputati a oltre 500 anni di reclusione.

Il tribunale ha rinviato al 4 luglio il processo per trattare le posizioni che sono state stralciate.

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