I carabinieri hanno sequestrato beni per un milione e mezzo di euro a Giuseppe Brusca, zio di Giovanni, deceduto il 7 dicembre del 2010 e arrestato nell’operazione Jato Storm bis del novembre 2009.

Le indagini che hanno portato ai sequestri partono da questa operazione. Giuseppe Brusca, zio del collaboratore di giustizia Giovanni, secondo gli investigatori, ha svolto almeno fino al novembre del 2009, un ruolo attivo quale punto di riferimento nel territorio di San Giuseppe Jato per l’imposizione del “pizzo”, per avere mantenuto attraverso riunioni ed incontri un costante collegamento con altri associati in libertà, per avere organizzato e partecipato a riunioni ed incontri con esponenti di altre famiglie mafiose finalizzati alla trattazione di affari illeciti, nonché per essere intervenuto per dirimere una controversia che aveva interessato altri uomini d’onore quali Giovan Battista, Salvatore, Stefano Vassallo e Angelo Lo Voi.

Il sequestro è stato possibile in virtù del D.L. 94/2009, normativa introdotta ancor prima della cosiddetta “Legge Antimafia”, con la quale è consentito di avanzare una richiesta di applicazione della sola misura di prevenzione patrimoniale anche in caso di morte del soggetto proposto per l’applicazione.

I sigilli sono scattati a due imprese individuali, con relativo complesso dei beni aziendali, a San Giuseppe Jato nel palermitano, con attività rispettivamente di allevamento di bovini ed edile. Un appartamento a Palermo. Due immobili, un appezzamento di terreno con annesso fabbricato, una villa tutto a San Giuseppe Jato e un appezzamento di terreno a Monreale. Ancora una multiproprietà a isola di Capo Rizzuto, 30 rapporti bancari e un veicolo.