Le indagini sono state condotte dalla divisione anticrimine della questura di Palermo

Mafia, sequestro beni a due imprenditori delle onoranze funebri (VIDEO)

La polizia di Stato ha eseguito un sequestro di beni per 600 mila euro nei confronti di Luigi Scimò, 58 anni e Pietro Di Marzo, 32 anni. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo su proposta delle procura e del questore Leopoldo Laricchia con il quale è stato disposto il sequestro di una società che gestisce un’onoranze funebri a Palermo e il 50% di una società a Bagheria sempre attiva nello stesso settore due autoveicoli di grossa cilindrata.

Le indagini sono state condotte dalla divisione anticrimine della questura di Palermo. I due sono indagati nell’operazione Maredolce 2 della Dda che nel 2019 ha colpito i vertici della famiglia mafiosa a Brancaccio.

Luigi Scimò è accusato di svolgere attività illecite nella di Corso dei Mille come la gestione del traffico di tabacchi lavorati esteri e di sostanze stupefacenti, la distribuzione delle mini slot. Pietro Di Marzo, genero di Scimò, è accusato di fare della famiglia mafiosa e di aver curato gli incontri del suocero con altri rappresentanti di vertice delle altre famiglie mafiose presenti nel territorio palermitano, e di avere svolto un ruolo nella gestione del traffico degli stupefacenti con le organizzazioni criminali presenti nel territorio calabrese.

Leggi anche

Operazione antimafia a Palermo, 10 arresti nel mandamento di San Lorenzo (FOTO E VIDEO)

Traendo spunto da tali evidenze investigative, l’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della locale Divisione Anticrimine della Questura di Palermo ha condotto indagini patrimoniali nei confronti dei predetti e dei relativi nuclei familiari, accertando una sproporzione economica tra gli acquisti effettuati ed i redditi percepiti, a conferma dell’utilizzo di risorse finanziarie di natura illecita.

L’odierno provvedimento assume un’importante valenza in quanto, grazie alla sinergica attività congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Palermo, entrambi titolari del potere di proposta dell’applicazione di misure di prevenzione, si mira a restituire alla comunità i beni illecitamente accumulati da “cosa nostra”.

Leggi anche

“E’ un uomo della famiglia mafiosa di Villabate”, confiscati beni per un milione di euro

Leggi l'articolo completo