Un automobilista è stato aggredito violentemente mentre si trovava all’incrocio tra via Città di Palermo e via Monsignor Arena a Bagheria (Pa). Pare che alla base della rissa ci sia una precedenza non rispettata e un colpo di clacson. L’uomo si trovava in auto con la moglie, sarebbe stato aggredito violentemente con pugni al volto, colpevole di avere suonato il clacson, sollecitando il rispetto di una precedenza. La vittima è stata afferrata dall’assalitore tirato fuori dall’auto e picchiato con violenza. La moglie ha iniziato a urlare e l’aggressore è fuggito. Il marito è stato trasportato al punto territoriale di emergenza in via Giorgi Capitani. Sono intervenuti carabinieri e gli agenti di polizia che stanno indagando per risalire all’assalitore.

Aggressione in via Ammiraglio Rizzo

Continuano le indagini sull’aggressione in via Ammiraglio Rizzo, a Palermo, subita da un 56enne venerdì pomeriggio, quando è stato preso a pugni dopo un uomo su uno scooter che poi è fuggito. La polizia ha acquisito delle immagini che potrebbero essere importanti per le indagini, con delle riprese che sono state effettuate da dei residenti della zona. Non sembrano esserci dubbi sulla lite e sull’aggressione. Intanto il 56enne, dopo essere stato trasportato a Villa Sofia in codice giallo, è stato dimesso.

L’intervento della nipote su Facebook

A spiegare cosa sia successo è stata la nipote dell’uomo picchiato, in un lungo post su Facebook: “Mi sento in dovere di raccontare la corretta versione dei fatti, soprattutto alla luce di ciò che sto leggendo in giro e di ciò che è stato erroneamente riportato dai giornalisti” scrive la donna.

“Mio zio, uomo alla guida della panda blu, stava percorrendo via Ammiraglio Rizzo quando gli è stata bruscamente tagliata la strada da questo uomo in scooter che proveniva da Via Castellana Bandiera” racconta.

Il post poi continua: “Si è ritrovato a suonare il clacson non per impazienza, non per insistenza (come riportato da alcune testate giornalistiche che non erano neppure presenti sul luogo) non per maleducazione, ma per intimare l’uomo alla guida dello scooter a prestare attenzione alla strada, perché come ben sappiamo tagliare la strada a qualcuno può essere fatale – scrive ancora la nipote -.  Come dichiarato dai presenti e come riportato sulla denuncia, ciò che ha fatto scattare la rabbia dell’aggressore è stato un “ma che modo è di guidare?” frase che, molto probabilmente, sarà stata più colorita, ma nulla che giustifichi in qualche modo un uomo che scende da uno scooter, si avvicina alla macchina e finisce per spaccare lo zigomo ad una persona che stava guidando, esattamente come lui.

“Mancanza di empatia con le persone”

La nipote poi fa una considerazione: “Ho letto – purtroppo – tantissime cose, alcune di queste totalmente prive di sensibilità ed empatia. Sfido chiunque a sostenere in piena sincerità di non aver mai suonato il clacson o di non aver mai discusso con qualcuno mentre si trovava in macchina, soprattutto nel traffico e nell’inciviltà di Palermo. Io sono la prima a farlo e lo ammetto senza alcun problema, perché tra cellulari in mano, distrazione e regole del codice stradale completamente dimenticate, spesso guidare a Palermo significa mettere in primis la propria vita in pericolo e questa ne è una delle tante dimostrazioni”.

“Il gesto dell’uomo, che è scappato successivamente, è totalmente ingiustificabile sotto ogni punto di vista. Ma a questa gente si contrappone tantissima gente onesta e sensibile, che ha avuto la gentilezza di fare foto all’uomo e al suo scooter, fermarsi, chiamare le autorità e dichiarare ciò che aveva visto. A questa gente vanno i nostri ringraziamenti, che spero arrivino attraverso questo post”.

Il video del momento esatto dell’aggressione

E proprio uno dei passanti che vuole restare anonimo ha girato il video del momento esatto dell’aggressione. un video in cui, nei primi istanti, si intravede il contatto fra i due. Un video, naturalmente, a disposizione delle forze dell’ordine nella sua versione integrale e non censurata. Quella che vi mostriamo è una versione con targhe e volti coperti nel rispetto delle persone coinvolte. Spetterà, infatti, agli inquirenti e, successivamente ad un dibattimento, stabilire, in base alla denuncia presentata, le responsabilità di ciascuno.