Ha confessato l’omicidio della moglie il cuoco tunisino Moncef Naili di 54 anni avvenuto questa mattina a due passi dalla stazione Notarbartolo al primo piano del civico 28 in via Antonino Pecoraro Lombardo a Palermo.
La confessione è avvenuta davanti al procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e al pm Federica La Chioma e agli agenti della omicidi della squadra mobile che hanno condotto le indagini.
Naili con Elvira Bruno di 53 anni si erano sposati nel 2016. Ma poco dopo il matrimonio era già in crisi. Nell’ultimo mese più volte la donna che aveva iniziato a lavorare come badante aveva detto che avrebbe lasciato il marito e che aveva iniziato le pratiche di separazione.
Questa mattina si è consumato il dramma. La donna alle 7 era tornata dal turno di notte. Naili avrebbe iniziato ad accarezzarla, ma lei ha reagito con fermezza. A questo punto ha raccontato il cuoco che da qualche mese lavorava in modo saltuario in un pub in via Galileo Galilei ha perso la testa e mentre la donna era in piedi gli ha stretto il collo lasciandola cadere per terra.
Una volta immobile ha cercato di rianimarla. A questo punto gli ha coperto il viso con una coperta. Poi solo attorno alle 10 e 30 ha chiamato il 113. “Ho ucciso mia moglie”, ha detto all’operatore che ha risposto.
Ha aspettato l’arrivo delle volanti si è costituito. Gli agenti hanno trovato la moglie morta in camera da letto per terra. I sanitari del 118 intervenuti non hanno potuto fare altro che constatare la morte. In questo ore alla squadra mobile stanno sentendo i parenti.
Elvira Bruno aveva due figlie frutto del precedente matrimonio. Una delle due che si è presentata questa mattina sul luogo del delitto è stata sentita alla squadra mobile insieme all’ex marito.
La seconda figlia si trova a Milano. I vicini di casa hanno raccontato che i due non avevano mai litigato, Non risultano interventi della polizia né tanto meno denunce presentate dalla donna.
Il cuoco Naili è in stato di fermo per omicidio volontario aggravato da motivi abbietti. Gli investigatori non credono all’omicidio d’impeto. La donna avrebbe anche tentato di reagire. L’uomo ha il viso graffiato.
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