Il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e i pm della Dda Piero Padova e Gianluca De Leo hanno interrogato questo pomeriggio il capomafia Matteo Messina Denaro.

L’interrogatorio, che si è svolto nel supercarcere de L’Aquila, in cui il boss di Castelvetrano è detenuto al 41 bis dal giorno della cattura avvenuta il 16 gennaio scorso, è durato tre ore. Per il padrino, che finora non si è mai avvalso della facoltà di non rispondere, è il terzo interrogatorio dall’arresto.

Nei mesi scorsi erano andati a sentirlo il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido. Mentre un secondo interrogatorio si era svolto davanti al gip e al pm De Leo nell’ambito di un procedimento penale in cui Messina Denaro è imputato di estorsione aggravata. Messina Denaro oggi, come nei precedenti “incontri” con i magistrati di Palermo, era assistito dall’avvocato Lorenza Guttadauro.

Messina Denaro dimesso dall’ospedale dopo l’intervento chirurgico

Nei giorni scorsi, a fine giugno, è stato dimesso stamattina presto in buone condizioni e di buonumore dall’ospedale San salvatore dell’Aquila il boss della mafia Matteo Messina Denaro, ricoverato ieri mattina nel reparto di urologia per intervento non invasivo che, secondo quanto si è appreso, non sarebbe da collegare direttamente al tumore al colon contro il quale combatte da anni.

Il 62enne, tra straordinarie misure di sicurezza, è stato ricondotto nel carcere di massima sicurezza della frazione aquilana di Preturo dove è rinchiuso in regime di 41 bis, dal 17 gennaio scorso, il giorno dopo l’arresto avvenuto a Palermo al termine di una latitanza di trenta anni. Il boss ha trascorso una notte tranquilla nella cella riservata ai detenuti ristrutturata proprio dopo il suo arrivo nel capoluogo regionale, ed è stato dimesso dopo essere stato visitato dall’urologo che ieri mattina lo aveva operato. Anche se l’intervento è tecnicamente riuscito, la completa guarigione dovrà essere valutata nei prossimi giorni.

Non è escluso un secondo intervento

I medici non escludono una seconda procedura. Ieri il boss è stato visitato anche dai medici del reparto di oncologia che lo hanno in cura da quando è arrivato all’Aquila. Si è trattato di una visita di routine visto che le terapie sono programmate con le condizioni del paziente che sono definite stazionarie: l’ex superlatitante riceve la somministrazione di chemioterapia nel carcere di massima sicurezza, nell’ambulatorio ad hoc ricavato difronte alla sua cella.

Articoli correlati