La sua fortuna inizia con il mago dei soldi Sucato a Villabate. Poi un periodo in fuga, infine il ritorno e i soldi tanti soldi e beni che sono stati confiscati.

Giuseppe Acanto, il ragioniere di Villabate raccoglitore di scommesse per il mago dei soldi Sucato e ex deputato del Biancofiore.

Allo Stato passa un patrimonio valutato dalla Dia, ai tempi del sequestro, 800 milioni di euro tra titoli, immobili e società. Le indagini sul ragioniere “in rapporti con la mafia” e, scrissero gli investigatori, con il boss Nino Mandalà di Villabate, risalgono al 2014.

Il collegio composto dal presidente Raffaele Malizia e dai giudici Luigi Petrucci e Giovanni Francolini applica ad Acanto la sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno per quattro anni.

La confisca riguarda 25 societá confiscate del tutto o in parte come le quote di Acanto di Motorgas e Energas, negozi di abbigliamento, una casa per assistenza agli anziani e 12 immobili tra Misilmeri e Madonna di Campiglio. Cadono le accuse per le persone con le quali era entrato in società. Il risultato è la restituzione dei beni agli altri proposti per la misura di prevenzione.

Tra le aziende totalmente dissequestrate ci sono quelle del “Gruppo Crocco” (amministrato da Elisa Di Girolamo, difesa dall’avvocato Enrico Sorgi) che include Motorgas, Blu Gas, Elgas, Sogeas, Gigas, Gas Service, Lambdagas e quote della Motor Oil.

Ciò significa che sono stati dissequestrati anche i distributori di carburanti di via Messina Marine 196, via Lanza di Scalea 686, via Matteotti 9, strada statale 113 Partinico Campo Sottano, via Nuova Circonvallazione Caltanissetta, stradale Primo Sole Catania, via Fragale a Torrenova, località Petazzi a Castellammare del Golfo. Nessun illecito nei rapporti d’affari avuti con Acanto. Non furono suoi prestanome.