Il medico del 118 l’ha liquidata come una banale influenza ma la paziente è morta poco meno di un’ora dopo.

La vittima di una presunta diagnosi inesatta è Maria Franca Nuccio, una signora di 68 anni che è spirata tra le braccia dei figli dopo l’intervento di un’ambulanza. Il medico che l’ha visitata, Giacomo Catania, è stato indagato dalla procura per omicidio colposo. A coordinare l’inchiesta è il sostituto procuratore Andrea Fusco.

I figli della donna non riescono a rassegnarsi. «Mia madre aveva dolori addominali atroci – ricostruisce l’avvocato Cristina Pompejano, figlia dell’anziana e che difende la sua famiglia come dice <a Repubblica – e quando abbiamo chiamato la prima volta l’ambulanza lei era svenuta. Mia madre non soffriva di alcuna patologia, era una nonna e una mamma sprint. Non riusciamo ad accettare che sia morta così”.
Maria Franca Nuccio ha lamentato i primi dolori allo stomaco al risveglio del 10 febbraio scorso. All’ora di pranzo i figli hanno deciso di farla visitare. «Aveva anche vomitato, è svenuta all’improvviso e abbiamo chiamato subito il 118», racconta la figlia.

Poco dopo le 16 un’ambulanza è arrivata in via Orsa Minore, in casa della donna. «È un’influenza con complicazioni gastrointestinali. Signora, mi creda, l’ho avuta anche io. Stia tranquilla». Avrebbe detto così il medico Giacomo Catania. Poi, dopo una flebo, un’iniezione di un antidolorifico e un elettrocardiogramma, è andato via.

«Mia madre chiedeva aiuto ed era convinta di non essere a casa sua ma in ospedale. Io e mio fratello più volte abbiamo chiesto al medico di trasferirla in ospedale », racconta con la voce spezzata dall’emozione Cristina Pompejano. «Anche due soccorritori erano perplessi ma il medico ha detto “no” al ricovero», continua la figlia. «Non c’è bisogno di alcun ricovero. Adesso starà meglio, la pressione è regolare», ha detto il medico. Eppure le condizioni della paziente non sembravano migliorare.

«Mia mamma aveva la pancia gonfissima. Continuavo a chiedere al medico il perché. Lui la toccava e diceva: “È aria”».

Alle 17 i soccorritori sono andati via. «Mamma continuava a stare male – ricorda la figlia – e dopo tre quarti d’ora mi ha guardata, stava per vomitare e ho cercato di aiutarla. La situazione era grave. Abbiamo richiamato l’ambulanza ». Maria Franca Nuccio è spirata tra le braccia dei figli che, disperati, non hanno potuto fare nulla.

La dottoressa del 118 per diversi minuti ha cercato di rianimare la donna invano. «Vogliamo sapere cosa è successo, vogliamo giustizia», conclude Cristina Pompejano. Nei giorni scorsi è stata eseguita l’autopsia, tra due mesi i primi dati.

«Abbiamo già chiesto una relazione ai nostri medici – assicura Fabio Genco, responsabile del 118 – e abbiamo fiducia nella giustizia ».