Quasi un disabile su due è fuori dal mercato del lavoro. A segnalarlo la Cisl Sicilia. “Perché le persone con disabilità – ha reso noto la Cisl stamani nel corso di un meeting che ha messo a confronto associazioni e istituzioni – hanno probabilità di non trovare occupazione due-tre volte più alta e per più tempo di chiunque altro”. E anche allargando lo sguardo al panorama Ue, una recente indagine dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo ha messo in luce, sottolinea il sindacato, che “in tutta Europa quasi il 40 per cento delle persone con disabilità tra i 20 e i 64 anni, è escluso dal mondo del lavoro”. Questo, nonostante le disposizioni della legge 68 del 1999 impongano l’assunzione obbligatoria di disabili in Italia, sia nel pubblico che nelle aziende private.
Un orizzonte a portata di mano
“Se queste norme fossero davvero rispettate – le parole di Rosanna Laplaca della segreteria regionale Cisl, che ha aperto l’incontro svoltosi sia in presenza che con collegamenti on line – già ora avremmo altri mille e 400 disabili occupati”. Tanti, sulla base della scopertura nelle piante organiche pubbliche e private, rilevata dagli uffici regionali. Per la precisione, 800 dovrebbero trovare lavoro nelle pubbliche amministrazioni, 579 nelle aziende private. Invece, sono molti di più i giovani, anche disabili, Neet: fuori cioè dal circuito sociale e dell’economia. “Uno su tre è rassegnato a non cercare più un lavoro né a continuare gli studi o un’attività di formazione”.
Il caso Caronte & Tourist
Non tutto il mondo siciliano dell’imprese si disinteressa tuttavia al tema della disabilità. Al contrario, una parte del sistema produttivo dell’Isola mostra sensibilità e attenzione. Così la messinese Caronte & Tourist che, ha raccontato dal palco la Diversity & disability manager Piera Calderone, dà lavoro, attualmente, a due persone con disabilità: “Sono due giovani che abbiamo accolto in azienda – ha spiegato – da quando, all’inizio del 2021, abbiamo messo a punto un modello innovativo per il rispetto delle diversità istituendo le funzioni del Diversity & disability management. Uno dei ragazzi, già assunto a tempo indeterminato, si occupa di logistica; l’altro di amministrazione e attualmente sta svolgendo un tirocinio”.
Il piano per il lavoro e l’elenco dei disability manager
“Quello che serve – le parole di Sebastiano Cappuccio, segretario generale regionale del sindacato – è un piano di politiche del lavoro che dia spazio a una programmazione triennale di interventi mirati”. “Lo chiediamo al governo Schifani come condizione necessaria all’inclusione lavorativa delle persone con disabilità assieme a una serie di misure collegate: su incentivi alle imprese, tirocini finalizzati, attività di formazione e accompagnamento. Ancora, per l’istituzione dell’elenco regionale dei disability manager; per il monitoraggio organizzato degli interventi. E per una governance integrata delle risorse disponibili: nazionali, di sviluppo e coesione, del programma Gol e del Pnrr”.
Le reti sperimentali di imprese
“Si potrebbe pure pensare – ha argomentato Laplaca – almeno in via sperimentale e per aiutare le aziende nel percorso di inclusione, all’organizzazione di reti di imprese promosse assieme tra istituzioni e parti sociali”: per realizzare modelli di inserimento efficace delle persone con disabilità; per l’utilizzo condiviso di professionalità come il disability manager. E per organizzare in tandem l’accesso alle risorse e agli incentivi disponibili. “Iniziative in ogni caso da sostenere con la contrattazione di secondo livello, aziendale o territoriale”. Insomma, ha puntualizzato la segretaria regionale, “pensiamo a reti di imprese che, nell’ambito dei programmi e in forza delle risorse messe a disposizione dall’Inail, diano un contributo affinché la vita di chi ha una qualche forma di disabilità, sia meno difficile. E non si trasformi in emarginazione”.
L’altro invisibile soffitto di cristallo
Insomma per la Cisl va rotto, attraverso il lavoro congiunto di istituzioni e parti sociali, l’altro invisibile soffitto di cristallo: quello che si intreccia con la disabilità. Ciò che grazie alla caparbietà è riuscito a Carmen Diodato, oggi l’unica ballerina classica sorda in Italia a lavorare per un teatro lirico: il Massimo di Palermo. E che ha infranto pure, con la stessa voglia di andare avanti, Calogero Zarcone, di Agrigento, che come lei ha portato la sua testimonianza al meeting Cisl. Per l’esplosione di un ordigno bellico nelle campagne di Favara, Zarcone ad appena nove anni perde la vista. Ma non si perde d’animo. Frequenta gli istituti per ciechi prima, poi sceglie le scuole statali. Infine si laurea in Filosofia a Bologna e imbocca la strada dell’insegnamento. Professore per trent’anni, è approdato da poco alla pensione. E ora, da pensionato, si occupa di integrazione scolastica dei ragazzi non vedenti.
Gli interventi
Silvia Stefanovichj (Cisl nazionale), si è soffermata sul cosiddetto “Accomodamento ragionevole” previsto dalle leggi dello Stato, la cui finalità è l’integrazione nel mondo del lavoro delle persone con disabilità. “Si tratta – ha detto – di uno strumento che richiede di ripensare in direzione dell’accessibilità anche l’ambiente e l’organizzazione del lavoro”.
Nuccia Albano, assessora regionale del Lavoro, ha reso noto che “la cabina di regia a cui pensa la Regione sulla spesa dei fondi del Pnrr, 15 saggi che vigileranno da Palazzo d’Orleans, controllerà che le tante risorse Ue del piano siano destinate anche ad aiutare l’ingresso dei disabili nel mercato del lavoro”.
Per l’Inail sono intervenuti il direttore regionale Giovanni Asaro: “grazie all’intervento dell’Istituto qualsiasi tipo di disabilità può essere superato”; e l’assistente sociale Concetta Lombardo, che ha informato che “per l’abbattimento delle barriere architettoniche l’Inail può rimborsare al datore di lavoro fino a 135 mila euro”.
Alessia Bivona, giornalista e direttrice di Confindustria Sicilia, ha comunicato che “più che di disabilità mi piace parlare di specialità”. Ha sottolineato che “l’efficace integrazione di tutti i lavoratori all’interno delle imprese è condizione di efficienza e competitività aziendale”. E ha esortato all’organizzazione di network tra imprese e attori sociali.
Salvatore Ferranti del vertice di Confapi Sicilia, si è soffermato sul tema della “diversità” collegandone “la ricchezza” alle “aziende intese come laboratori sociali”: cuore cioè di processi virtuosi di inclusione e assieme di creazione di business. Insomma, diversità come fonte di valore per l’economia e la società.
Roberto Speziale, leader nazionale Anffas, ha richiamato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del dicembre 2006 ratificata nel 2009 dal Parlamento italiano. “Riconosce tra l’altro – ha affermato – il diritto al lavoro dei disabili come fondamentale e inviolabile diritto umano”.
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