Palermo non è una città adatta alle esigenze delle persone diversamente abili. Ciò a causa della presenza di barriere architettoniche all’interno delle strade del capoluogo siciliano. Un problema con cui i cittadini si scontrano ogni giorno. Ciò in particolare in periferia, dove mancano i servizi più essenziali. A cominciare dai marciapiedi e dai relativi scivoli. Un problema per l’accessibilità e per la circolazione di migliaia di persone, costrette a muoversi schivando pericoli ad ogni angolo.

Palermo e i diversamente abili: tante le difficoltà da superare

La vita per chi ha un problema a livello deambulatorio non è certamente facile all’interno del capoluogo siciliano. Fatto palesato nel nostro viaggio nei quartieri periferici della III Circoscrizione condotto insieme alla cittadina Mariagrazia Izzo. Un sopralluogo nel quale sono emerse tutte le difficoltà per chi ha problemi loco-motori o per chi possiede disabilità visivo-uditive. A cominciare dal ruolo di barriera architettonica principale giocato da viale Regione Siciliana, i cui sottopassi sono quasi tutti inagibili o inattraversabili.

I marciapiedi, nella maggior parte dei casi, non presentano scivoli e risultano inaccessibili a chi si muove in carrozzina. Senza contare il fatto che, molti di questi, sono completamente dissestati da buche e radici degli alberi. Caso limite in via Placido Rizzotto dove la natura si è riappropriata dei suoi spazi, generando delle rampe di lancio invalicabili. Non fanno nemmeno eccezione i sottopassi, totalmente inagibili. Anche i passaggi pedonali sotto i ponti del raccordo fra A19 e A29 presentano criticità. Come il passaggio di via Emily Balch, privo di accessi per disabili e la cui struttura necessita da tempo di opere di manutenzione.

Mancano i PEBA. Cosa sono?

Sono tanti gli strumenti su cui l’Amministrazione avrebbe il compito di lavorare. A cominciare dai PEBA, acronimo che sta per “Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche“. Introdotti da una legge nazionale del 1985, tali istituti giuridici non hanno mai avuto una piena applicazione all’interno del capoluogo siciliano. Fatto ribadito peraltro anche dalla Garante per la Disabilità del Comune di Palermo Marcella La Manna, con la quale la stessa ricordava ai soggetti istituzionali di lavorare su questo tema. A rimarcare l’assenza dei PEBA è la consigliera comunale Viviana Lo Monaco. “Questa è una sconfitta della politica e non solo delle persone che affrontano una difficoltà motoria; visiva o sensoriale. Oppure, si trovano a convivere con disabilità o generiche compromissioni fisiche, che – è giusto precisare – possono riguardare tutti e ciascuno”.

Barriere architettoniche. Disatteso OdG del Consiglio Comunale

La capogruppo del M5S ricorda l’approvazione di un ordine del giorno a sua firma, datato 2 dicembre 2020, con il quale il Consiglio comunale impegnava il sindaco e la Giunta “a redigere un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, in modo da garantire il diritto di accessibilità per tutti i cittadini; promuovere una campagna di ascolto cittadina per raccogliere segnalazioni di barriere che limitino l’accessibilità; finanziare gli interventi previsti nel PEBA in base alle priorità stabilite di concerto con la cittadinanza e le associazioni e con il supporto del Disability Manager; promuovere e fornire gli adeguati supporti al Disability Manager del Comune di Palermo, affinché possa operare pienamente; conformare sempre più ogni servizio, comunicazione, struttura, procedimento e azione amministrativa, alle migliori pratiche dell’accessibilità universale; sollecitare il Governo nazionale a supportare i comuni a livello di competenze”.

“Barriere architettoniche? Nulla di fatto”

“Da allora – prosegue Viviana Lo Monaco -, ho personalmente sollecitato più volte l’Amministrazione comunale, nelle persone degli assessori al ramo, al fine di promuovere un raccordo interassessoriale utile a promuovere tutte le azioni propedeutiche alla redazione del P.E.B.A., avvertendo del rischio di commissariamento, dato dall’inosservanza delle norme in materia. Con rammarico, ho constatato che neanche la formale diffida ha sortito gli effetti sperati, in quanto ad oggi non si registra nessuna reale presa in carico organica e programmatica da parte degli Uffici comunali rispetto agli adempimenti auspicati in tema di barriere architettoniche e accessibilità universale”.

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