Due imprenditori palermitani si sono rifiutati di pagare le tangenti sui lavori subappaltati. Un terzo accettò di pagate quanto richiesto dal direttore tecnico Francesco Tricarico di Canosa di Puglia e dal direttore del cantiere Rosario Cavallaro di Giarre.

L’ordinanza del gip di Palermo

E’ quanto emerge dall’ordinanza firmata dal gip di Palermo Rosario Di Gioia che ha disposto i domiciliari per i due impiegati della ditta romana Socostramo, società costruzioni strade moderne che si era aggiudicata l’appalto per 23 milioni per ammodernare la nuova stazione marittima utilizzata come terminal per le crociere. Per i primi due imprenditori, uno del capoluogo e un secondo nel palermitano, dopo il netto rifiuto a versare i soldi della corruzione sarebbero iniziati i problemi. Controlli a sorpresa sulla qualità dei materiali utilizzati. Pagamenti posticipati e rallentati.

Il no alla tangente da parte degli imprenditori

“Il geometra Cavallaro – ha raccontato ai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo uno dei due imprenditori che si è rifiutato di pagare la tangente, prima del 10% sull’importo che poi era anche sceso al 7 e al 5% visto il rifiuto al ricatto – si vantava spesso di avere delle conoscenze con gli ambienti malavitosi di Palermo. Ad esempio diceva che conosceva molti impresari di pompe funebri della città, avendo sovrainteso in passato dei lavori edili in alcuni cantieri presso ospedali di Palermo, ed esempio il Buccheri La Ferla”.

In diversi incontri i due imprenditori hanno ribadito il fermo no. “Noi queste cose non le facciamo – hanno detto gli imprenditori durante gli incontri nel cantiere della stazione marittima – Cavallaro mi propose di mettere vetri “scadenti” ossia di qualità inferiore rispetto a quella pattuita precisando che non ci sarebbero stati problemi in sede si collaudo i quanto i controlli li avrebbe fatti lui unitamente a Tricarico. Naturalmente io ho rifiutato anche questa proposta di Cavallaro anche perché mettere vetri di qualità inferiore poteva mettere a rischio l’incolumità degli utenti della stazione marittima. Da questo momento in poi il mio rapporto con Francesco Tricarico e Rosario Cavallaro è stato molto conflittuale. Inizialmente mi avevano anche escluso la fornitura cercando di affidarla a un altro operatore commerciale”.

“Sono stato costretto a pagare altrimenti non lavoravo”

Il terzo imprenditore del palermitano che accettò di pagare lo raccontò ai finanzieri. “Si devo ammettere di avere dovuto pagare delle somme di denaro a Rosario Cavallaro e Francesco Tricarico – raccontò l’imprenditore ai finanzieri – Se non ricordo male il denaro che consegnato ammonta a circa 80/90 mila euro. Sono stato costretto ad accettare le loro condizioni in quanto ero consapevole che in caso di rifiuto non avrei più lavorato con la Socostramo”.