Ha ammesso di fare uso di cocaina e di essersi rivolto all’amico di una vita, Mario Di Ferro, gestore del ristorante Villa Zito di Palermo, per acquistarla. In due pagine di verbale l’ex senatore Gianfranco Micciché, sentito ieri come testimone dai pm di Palermo nell’ambito dell’inchiesta in cui Di Ferro accusato di cessione e spaccio di droga, ha confermato agli inquirenti di aver fatto uso di droga. Il verbale è stato depositato davanti al gip che oggi ha interrogato il ristoratore e che la scorsa settimana aveva disposto per lui gli arresti domiciliari.

Oltre al gestore del ristorante nell’inchiesta sono coinvolti tre dipendenti del locale e due fratelli accusati di avere rifornito Di Ferro della cocaina che questi, poi, avrebbe ceduto a clienti selezionati tra cui Micciche. L’ex senatore, che si è mostrato sereno e collaborativo, dunque ha ammesso di avere acquistato la droga dall’amico sostenendo, però, che Di Ferro non è uno spacciatore e che quindi si sarebbe limitato a fare da tramite con i fornitori senza guadagnare nulla dalla cessione.

“Io mai scappato”

“C’è chi cerca quotidianamente una verità diversa da quella reale. Nella mia vita non sono mai scappato e non mi sono mai nascosto, tanto meno ieri. Dopo un incontro molto cordiale con il dottor Antoci, è stato lui stesso a chiedermi se avessi preferito evitare la stampa e, con infinita gentilezza, mi ha accompagnato da una uscita del tribunale che io personalmente non conoscevo. Se qualcuno immagina di fare, anche di questo, oggetto di polemica facendone un utilizzo improprio indicandolo addirittura nel titolo con l’unico scopo di creare gossip, faccia pure”

L’autista: “Sereno, parlo coi pm”

“Sono sereno, ai pm della Procura di Palermo ho riferito tutto. Mi sono presentato spontaneamente” ha detto, invece, Stefano Sucato, l’autista dell’Assemblea regionale siciliana, che, come Miccichè, non è indagato ma persona informata sui fatti nell’inchiesta sulla presunta cessione di cocaina da parte del gestore di Villa Zito Mario Di Ferro a politici e altre persone. Sucato ha riferito ai pm di essere stato lui ad accompagnare a Villa Zito con l’auto blu, fotografata dagli investigatori, Giancarlo Migliorisi, ex componente dello staff del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, che in quell’occasione, secondo gli inquirenti, avrebbe acquistato cocaina dallo chef Di Ferro.

L’interrogatorio davanti al Gip di Di Ferro

Di Ferro, invece, nel corso dell’interrogatorio di garanzia ha fornito parziali ammissioni. Lo chef ha risposto per un’ora alle domande del pm Giovanni Antoci.

“Facevo uso di stupefacenti e con alcuni amici di una vita accadeva che io mi procurassi la cocaina e gliela facessi avere. Poi loro mi davano i soldi che avevo speso, ma io non ho mai guadagnato nulla dalla cessione di stupefacenti. Era una cortesia tra persone che fanno uso di droga” ha precisato Mario Di Ferro, il ristoratore accusato di cessione di droga a clienti selezionato del locale, tra cui l’ex senatore Gianfranco Miccichè, ha risposto al gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Di Ferro, difeso dall’avvocato Claudio Gallina Montana, ha quindi confermato i fatti che gli contesta la Procura di Palermo smentendo però di aver guadagnato dalla cessione della droga.

L’indagato ha quindi confessato di aver consegnato la cocaina sia a Miccichè che a Giancarlo Migliorisi, ex componente dello staff dell’attuale presidente dell’Ars, mentre ha negato di aver mai dato eroina a Lello Analfino. “Stavamo scherzando al telefono”, ha spiegato, confermando quando aveva fatto sapere da subito l’artista. Il ristoratore ha sostenuto di aver avviato un percorso di disintossicazione.

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