Gianfranco Micciché candidato alla presidenza della Regione scuote gli animi centristi e crea reazioni di tipo e segno diverso. Se la rinascita di un vero centro sembra sempre più dietro l’angolo, la scelta del Presidente dell’Ars vede, invece, l’rea di centro su posizioni diverse

Faraone “Scelta coraggiosa di Miccichè, è tempo di campo largo”

“Gianfranco Miccichè sta dimostrando di avere coraggio. È tempo di passare dalle chiacchiere ai fatti: chi parla di campo largo e di ‘modello Draghi’ deve avere gli attributi per attuarli. Gianfranco sta dimostrando di averli”.

Il senatore di Italia Viva e candidato a sindaco di Palermo, Davide Faraone, commenta così la candidatura di Miccichè a presidente della Regione siciliana alle elezioni del prossimo autunno.

Faraone continua: “Altri dovrebbero fare altrettanto anziché stare sempre sotto traccia. Palermo prima e la Sicilia dopo possono rappresentare un ottimo inizio”.

Romano “Sue interviste sono mia bussola su siparietti politica siciliana”

Ma di tenore molto diverso è, invece un post di Saverio Romano, leader di Cantiere Popolare. “Da qualche tempo leggo con attenzione le interviste di Miccichè – scrive sui social – sono diventate la mia bussola, mi oriento facilmente tra i siparietti geografici della politica siciliana che da qualche tempo illustra con solennità alla stampa, è lungo l’elenco del detto su questo ‘meraviglioso’ e su quello ‘rovinoso’ per invertire ad ogni nuova opportunità (opportunismo) la medaglia di latta con quella d’oro”.

Opportunismo politico e idee che cambiano a convenienza

Romano prosegue la sua analisi: “Questa volta il beneficiato sembra essere Matteo Salvini ed il fondo della classifica lo guadagna la Meloni, quest’ultima non può partecipare alla sua fantomatica coalizione ‘Metsola’ perché non l’ha votata e poi perché è sovranista. Sic!”.

Incoerenza di fondo

Il leader di Cantiere Popolare insiste: “Ora mi compete un ufficio ingrato, difendere Meloni. Non perché ne condivida della sua proposta politica ma perché a differenza di Salvini che va insieme alla Le Pen in Europa ha scelto di stare con i conservatori e poi perché i sovranisti (de ché) sono al governo con Forza Italia ed il centrodestra in Sicilia, Calabria, Lombardia, Piemonte, Veneto, Umbria, Liguria, Trentino Alto Adige, Marche, Sardegna, Abruzzo, Molise, Basilicata e Friuli Venezia Giulia. Ah dimenticavo, il gruppo della Meloni ha votato presidente del Parlamento Europeo Metsola. Fosse solo per marcare la differenza con la superficialità, il non senso, e l’ignoranza della bussola scelgo il luogo dell’antipode”.