Presidente dell’Assemblea regionale Siciliana ed eurodeputato. E’ il doppio ruolo del commissario di Fi nell’Isola, Gianfranco Miccichè, secondo il sito ufficiale del Parlamento europeo. E subentrato, come primo dei non eletti, a Salvo Pogliese, che si è dimesso pochi giorni dopo la sua elezione a sindaco di Catania. Resta in attesa il secondo degli eletti, Innocenzo Leontini, che contava di poter andare subito a Bruxelles. Lo scrivono i quotidiani La Sicilia e l’edizione palermitana di Repubblica sottolineando che Miccichè, in questo momento ricopre un doppio ruolo, anche se l’ insediamento formale al Parlamento europeo avverrà solo alla prima seduta plenaria utile, in programma a Strasburgo il 10 settembre.

Il presidente dell’Ars non riceverà indennità aggiuntiva da Bruxelles, perché c’è il divieto di cumulo, ma da luglio può ricevere comunque i circa 3mila euro al mese che l’ Europarlamento mette a disposizione dei deputati per spese di segreteria e generali. Da un punto di vista amministrativo, Micciché doveva comunicare a Bruxelles entro il 20 agosto il doppio incarico e quindi optare. Ma non lo ha fatto. Intervistato da La Sicilia, Miccichè che “non rinuncerà alla carica di presidente dell’Ars” per andare a fare l’eurodeputato. “Io il 19 luglio ho ricevuto la comunicazione di subentro – spiega – e da quel momento in poi io non posso dimettermi da nulla. Lo farò quando lo posso fare. Alla prima plenaria, che se non ricordo male, è il 10 settembre”.

“La doppia poltrona del presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, europarlamentare dal 19 luglio e venuta fuori solo grazie alla solerzia di due giornalisti siciliani, è l’ennesimo schiaffo in faccia ai cittadini. Una vergogna targata Forza Italia per la quale chiediamo il parere del presidente Tajiani, sempre pronto a giudicare tutto e tutti. Cosa dice Tajani adesso? Prova imbarazzo o no?”. A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao.

“Quello che fa ancora più specie in questa triste vicenda – spiega Corrao – è che se i giornalisti non lo avessero reso noto, Micciché avrebbe continuato a far finta di niente, giocando anche sul nome di Giovanni, certamente meno riconoscibile rispetto a quello di Gianfranco e pure in barba agli stessi regolamenti di quell’Assemblea Regionale di cui lui stesso di definisce garante. Assemblea che peraltro lavora pochissimo grazie anche alla sua gestione. Cosa ancor più grave è la spocchia con la quale l’onorevole Micciché continua a parlare di indennità e soldi, pensando di fare uno smacco al Movimento 5 Stelle o ai suoi compagni di partito. Ebbene, Gianfranco Micciché, lo smacco lo sta facendo soprattutto ai siciliani, mostrando loro tutto il suo attaccamento alle poltrone e alle indennità, facendo carta straccia dei regolamenti dell’Ars e della gestione dell’Aula. Insomma, votando Musumeci, i siciliani lo scorso autunno, hanno fatto un pessimo affare. Nel frattempo, l’Europa è e rimane una cosa seria e mentre gli altri paesi, negli anni lottavano per i diritti dei propri concittadini, i partiti italiani come Forza Italia e affini, mandavano qui a Bruxelles, conduttori televisivi e starlettes. La tradizione non è cambiata. I deputati siciliani erano cinque ed eravamo già pochissimi. Ora siamo ancora meno – conclude Corrao – continuate a scherzare con le tasche dei cittadini”.

 

Miccichè replica a La Sicilia e smorza la polemica e assicura le sue dimissioni: “Alla prima plenaria, che se non ricordo male è il 10 settembre. Sarà anche una cosa simbolica – sottolinea il presidente dell’Ars -. Vede, da quando sono presidente c’è un gruppo di persone che si sta facendo un culo così per me. Voglio premiare il mio staff, che lavora da mesi con impegno, senza risparmiarsi. Voglio portarli tutti a Strasburgo con me per l’insediamento: sarà una specie di gita-premio. Arriviamo lì, mi insedio e poi subito dopo mi dimetto. Facciamo una bella festa e poi torniamo tutti a Palermo a lavorare per il bene della Sicilia”.