“La convenzione di Palermo, all’articolo 5, lettera A, obbliga gli Stati a incriminare anche chi dà un sostegno consapevole alle associazioni criminali che si occupano della tratta umana: è la qualificazione, scolpita, del concorso esterno”.

Lo ha detto il procuratore di Chieti e presidente del gruppo di lavoro sul Traffico di migranti nella sede Onu di Vienna, Francesco Testa, partecipando a Catania alla seconda giornata del convegno nazionale su “Le nuove frontiere dell’immigrazione” promosso dall’associazione di magistrati Area Democratica per la Giustizia (Area Dg).

“La partita che si deve giocare – ha aggiunto Testa – è l’implementazione delle misure previste dalla convenzione di Palermo da parte di tutti i Paesi che vi aderiscono. Convenzione che prevede anche la presenza di agenti sotto copertura e il sequestro dei beni in sede probatoria, con destinazione della loro confisca. Prevede anche la creazione di un fondo all’Onu per combattere il traffico umano. E’ uno strumento flessibile. L’Italia – ha sottolineato il procuratore di Chieti – ha conseguito risultati importanti per l’applicazione della convenzione di Palermo. Di recente si è parlato anche di utilizzare gli strumenti della convenzione di Palermo nella lotta al terrorismo internazionale. Ci sono difficoltà: molti Paesi non sono attrezzati e l’Ue ha guardato più ai rapporti interni che a quelli esterni all’Europa e ci sono ancora resistenze politiche e tecniche”.

Intanto la nave della ong tedesca Lifeline è intervenuta nella notte in soccorso di 118 persone a bordo di un gommone in difficoltà al largo delle coste libiche. Ai passeggeri – tra i quali 14 donne, 4 bambini e un neonato – sono stati forniti giubbotti di salvataggio.

Il centro di soccorso italiano in mare “interviene in un’area Sar che è stata estesa a 1,5 milioni di chilometri quadrati, circa, a causa del disimpegno delle autorità maltesi che pure dovrebbero presidiare un’area Sar di non modesta estensione lungo la rotta del mare Mediterraneo centrale, ma che, sistematicamente, rifiutano l’utilizzo dei loro porti per l’approdo” ha detto il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro

“Dagli atti ufficiali – ha precisato Zuccaro – l’aera Sar italiana è di 500mila chilometri quadrati, e non è direttamente confinante con le acque territoriali libiche. Tra le due aree si interpone la Sar maltese, che è di 250mila chilometri quadrati, dove l’autorità di soccorso di Malta si rifiuta sistematicamente di intervenire alle richieste di soccorso”.

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