– “Oggi in Europa il tema delle migrazioni è diventato terreno di scontro politico, ideologico e sociale, e spesso è caratterizzato dal ricorso a luoghi comuni e semplificazioni che hanno gravissime conseguenze su due imprescindibili capisaldi della convivenza: la dignità umana e il diritto universale alla salute.

Il problema dell’epatite C è molto contenuto (1-2% dei migranti che arrivano in Sicilia, mentre è più rilevante il fenomeno dell’epatite B (circa il 10%).

Entrambe la malattie sono curabili con farmaci disponibili in Europa e quindi è importante fare sapere che i giovani migranti provenienti dall’Africa non portano molte malattie e che quelle che hanno possono essere individuate e facilmente curabili. E’ falso che i migranti portano in Italia e in Europa malattie”.

E’ quanto affermano i medici Vito Di Marco epatologo del Policlinico di Palermo e Tullio Prestileo, dirigente dell’unità operativa Malattie Infettive dell’Ospedale Civico di Palermo che con il gruppo di lavoro (Immigrant Take Care Advocacy) I.Ta.C.A. da oltre 3 anni è impegnato in programmi di accoglienza, assistenza e cura dei migranti, ha voluto rimarcare alcune criticità nella giornata dedicata alla micro-eradicazione dell’ epatite C che si è tenuta a Palermo.

“Si devono mettere in campo iniziative per proteggere i diritti umani di tutti i rifugiati e migranti sempre e in qualunque situazione – aggiungono i medici che hanno stilato un manifesto dopo la giornata di studio – Condannare fermamente la xenofobia. Educare alla tolleranza e contrastare tutte le forme di violenza. Garantire la salute di tutti, ma soprattutto dei più fragili come le donne e i bambini.

Per questo bisogna fornire conoscenze e indicazioni specifiche per migliorare l’accesso ai servizi socio-sanitari e ai programmi di screening. Offrire un’adeguata assistenza sanitaria attraverso programmi specifici di accoglienza, presa in carico, prevenzione, diagnosi, cura e follow-up per tutte le malattie”. Itaca Team di Palermo in collaborazione con Easl (International Liver Fundation), le unità di infettivologia e i servizi per i migranti della Sicilia, e tutte le organizzazioni non-profit che si occupano dell’accoglienza e della cura dei migranti, ha organizzato una rete di collaborazione che ha l’obiettivo di eliminare l’infezione da HCV nei migranti che arrivano in Sicilia.

“Per questo bisogna eseguire lo screening delle infezioni da HBV, HCV e HIV nei migranti. – aggiungono i medici – Fare una corretta diagnosi delle malattie epatiche stigmatizzando l’importanza della comunicazione transculturale. Curare tutti i pazienti con malattia cronica di fegato da virus C all’interno della Rete HCV Sicilia”.