E’ iniziato questa mattina insieme alle rappresentanze sindacali di CGIL, CISL, UIL, SNALS E UGL, un percorso finalizzato all’individuazione, in tempi brevi, del bacino degli operatori, ex sportelli multifunzionali, che, a seguito della norma approvata all’ARS, potranno trovare collocazione nei nuovi servizi previsti dalle politiche attive del lavoro in Sicilia.

L’avvio del percorso è stato deciso in assessorato regionale lavoro. Hanno espresso cauta soddisfazioni le organizzazioni sindacali presenti per la concretezza con la quale si è dato vita ad un percorso che dovrà dare risposte al mercato del lavoro in Sicilia e agli operatori in attesa, da troppo tempo, di essere collocati.

Per l’Assessore al Lavoro Gianluca Miccichè: “ In attesa della scadenza prevista per l’iter normativo approvato, abbiamo iniziato una produttiva interlocuzione con le forze sindacali, al fine di individuare i criteri per l’accesso al bacino degli operatori degli ex sportelli multifunzionali, salvaguardando i servizi e i lavoratori”.

La norma è stata fatta dal Parlamento su pressione della piazza animata da un gruppo di ex sportellisti che hanno dato vita ad una serie di manifestazioni, scioperi della fame e così via. L’emendamento originale presentato da loro stessi al mondo della politica era molto diverso da quello poi approvato che istituisce, invece, una sorta di agenzia regionale.

Nei giorni scorsi fra l’assessore regionale al lavoro Gianluca Miccichè e gli ex sportellisti si era registrata anche tensione per effetto di sit in effettuati fin nella sua segretaria politica di Caltanissetta. Miccichè aveva distinto manifestanti corretti da facinorosi. “Chi sarebbero i sovversivi segnalati abbondantemente alla digos? – avevano chiesto gli ex sportellisti -. Sono, per caso, ultracinquantenni che non lavorano ormai da quattordici mesi, troppo vecchi per trovare lavoro altrove e troppo giovani per andare in pensione? In tutti i casi, se pur autogestiti e senza bandiere sindacali, sono stati sempre autorizzati dalla questura ed elogiati finanche nei palazzi per la compostezza e la civiltà con la quale hanno rivendicato il loro sacrosanto diritto di riprendere il proprio lavoro dopo trentanni di servizio. Protesta portata avanti da cittadini onesti con un certo grado culturale e sociale – sottolineano – che rivendicano il loro posto di lavoro svolto negli ultimi quindici anni all’interno dei Centri per l’impiego erogando agli utenti servizi indispensabili di Politiche Attive del Lavoro e all’uopo riqualificati dalla stessa Regione”.