Giuseppe Sciortino, 74 anni, nipote del famigerato bandito di Montelepre Salvatore Giuliano, è stato assolto da ogni accusa nel processo che lo vedeva imputato per violenza sessuale aggravata, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, la cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado senza rinvio. E’ stato dunque definitivamente prosciolto da ogni accusa.

Gli albori dell’inchiesta

Sciortino dapprima l’11 maggio del 2019 aveva avuto i domiciliari. Pochi giorni dopo il gip del tribunale di Palermo ne dispose la custodia cautelare in carcere eseguita dai carabinieri della compagnia di Partinico. Con lui finirono nei guai altre due persone, entrambe di Carini: Salvatore Randazzo, 65 anni, e Martina Spinnato, 23 anni, coinvolti nella stessa inchiesta. Le indagini sono state condotte dai militari della stazione di Montelepre erano iniziate nel 2018 quando una donna insieme alla figlia denunciarono Randazzo e Spinnato per un furto di 220 euro avvenuto in casa.

Le accuse

La minorenne ha raccontato ai militari che i due venivano spesso a trovarla in casa quando era sola e più volte  l’uomo, presentandosi come esorcista, l’avrebbe palpeggiata. Da qui è iniziata una lunga attività dei militari che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali grazie alle microspie installate nelle auto degli indagati. Secondo le indagini Giuseppe Sciortino avrebbe favorito l’attività di prostituzione nell’albergo che gestiva chiamato “Il Castello di Giuliano” e avrebbe abusato sessualmente di una donna ricoverata in una struttura sociosanitaria semiresidenziale. Accuse che adesso sono del tutto cadute nel vuoto con il pronunciamento della suprema corte.

Le indagini

I militari con molta cautela all’epoca raccolsero anche diverse testimonianze. Secondo quanto avevano riscontrato allora gli inquirenti i tre avevano ottenuto soldi e prestazioni sessuali anche attraverso violenza fisica o psichica nei confronti di persone spesso indifese e tutte appartenenti ad un contesto socio-culturale particolarmente arretrato. Come emerso nel corso delle intercettazioni Salvatore Randazzo, spacciandosi per esorcista accreditato, prometteva attraverso riti magici prometteva di far riunire fidanzati, mariti e moglie, curare malattie. Randazzo raccontava di essere in grado di comunicare con i defunti, curare dal malocchio e scagliare anatemi.

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