Tantissimi messaggi di cordoglio per la morte di Costanza Panico, la figlia di Rita Barbera, ex direttrice del carcere Ucciardone e candidata sindaca alle scorse elezione comunali con la sua lista civica. Costanza aveva 42 anni e una splendida famiglia. Se n’è andata un poco tempo per una malattia, che non le ha lasciato scampo.
L’impegno civile
Come racconta Palermotoday, la Panico era molto impegnata nella lotta ai diritti civili, a fianco della madre, una lotta sociale al fianco della città, dei più fragili e delle donne, le idee per rendere il suo mondo un posto migliore è un seme che è germogliato all’interno della sua famiglia. Ed era proprio la famiglia il senso della vita di Costanza, mamma di due bambini, moglie, figlia e sorella che credeva nella forza della squadra, così come diceva anche alle sue allieve.
Quando la madre, Rita Barbera, comunicò che si sarebbe candidata alla guida di Palazzo delle Aquile, trovò in lei il primo incondizionato supporto. “Quando nella mente di mia madre è balenata quest’idea folle – diceva – le ho detto che era un progetto fattibile ma soprattutto auspicabile. Le ho detto ‘mamma devi far sapere non solo cosa puoi fare per questa città, ma anche cosa hai già fatto'”.
Un esempio, per Costanza, che raccontava a tutti la potenza della sua donna preferita. “La direttrice del Pagliarelli ha fatto cose straordinarie senza soldi – raccontava – senza attingere dalle tasche dei cittadini per creare un futuro migliore per i detenuti, per dargli la possibilità di cambiare il loro percorso che sembrava già scritto. Io penso che lei debba utilizzare la sua tenacia, la sua bravura, la sua professionalità e la sua esperienza per tentare di dare a noi palermitani la possibilità di vivere in una Palermo degna della sua bellezza”.
L’addio dei social
“Stanotte questa fantastica luna piena con tanto di eclissi è proprio dedicata a te che nonostante il tuo distacco continui a brillare nonostante non ci regali più il tuo meraviglioso sorriso”, scrive un’amica di Costanza. “Buon viaggio cara Cocò. Da alla tua famiglia la stessa forza che hai avuto tu di lottare fino all’ultimo. Fa troppo male”.
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