E’ morta una grande donna. Una donna che ha speso la sua vita per insegnare e per dare un sostegno e un conforto agli ultimi.

All’età di 86 anni è morta la professoressa Giovanna Gioia. Più di 40 anni passati nella cattedra del liceo Garibaldi di Palermo ad insegnare latino e greco, ma la Gioia è stata molto, molto di più di una professoressa. Il suo impegno civico è durato per tutta la vita, ha lavorato fianco a fianco con persone di tutti i tipi, dai politici più affermati agli ultimi, alle persone della strada, offrendo loro tutta se stessa.

Giovanna Gioia, nata a Castellammare del Golfo, incontrava lì il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: hanno insieme i genitori militare insieme nel Partito Popolare, quella che poi sarebbe diventata la DC, e sono diventati grandi amici. Era stata una delle prime a congratularsi con lui, il giorno dell’elezioni. La partecipazione poi nel “Gruppo di Base”, con Piersanti Mattarella e un giovane Leoluca Orlando, e poi la fondazione del gruppo civico «Una città per l’Uomo», con Pintacuda e padre La Rosa.

Non solo politica, anzi. Il suo impegno civico è stato intensissimo, ed durato per tutta la vita. Gli ultimi, che difendeva sempre, al fianco dei carcerati, in giro a parlare e a sostenere i detenuti. Ha incontrato tutti, dal boss al piccolo ladro, e ha lasciato un segno in ognuno di loro. “Non saprei neanche quantificare quanti detenuti hanno potuto fare riferimento a lei come sostegno alla loro sofferenza, sia materialmente che psicologicamente – dice l’ex direttrice dell’Ucciardone, Rita Barbera -. Sempre presente, con il buon tempo ma anche con la bufera o il caldo asfissiante, ha organizzato nei tanti anni di attività, occasioni culturali (corsi di lettura comprensione di testi, alfabetizzazione …), che lei pensava potessero essere strumento di libertà, ma anche aiuti materiali come la fornitura di beni di necessità per i detenuti più indigenti. Ha perorato le cause dei detenuti più sprovveduti a sostenere le ragioni dei propri bisogni. Insomma, un raro esempio di volontariato puro, quello silenzioso che non cerca protagonismo e referenzialità”.

“Giovanna Gioia ha trascorso la propria vita lasciando la sua impronta su numerose opere di carità, di volontariato di impegno pedagogico e politico – dice Giuseppe Toro. La vocazione ad occuparsi degli ultimi l’ha vista impegnata nella Comunità di Vita Cristiana(CVX),nel Sidep portando la sua umanità tra i detenuti, a essere tra i fondatori del movimento “Una Città per l’Uomo” nel tentativo di “dare voce a chi non ha voce”. Tra le “donne del digiuno”che si riunivano dopo le Stragi in piazza Politeama sempre in difesa ,con spirito cristiano ,della giustizia e dei diritti dei più deboli”.

Giovanna Gioia era anche una zia, quattro nipoti che l’adoravano e che sono cresciuti con lei come fossero suoi figli. “Era nata il 25 aprile, già questo dice tutto sulla sua personalità, non credo sia un caso. Era molto severa, soprattutto con me, ma ci volevamo un bene dell’anima – dice Maria Cristina Gioia -. Quando facevo le versione di latino e greco con le mie compagne lei ci correggeva ma poi a volte ci traduceva tutto così, su due piedi, lei ci riusciva senza vocabolario. Era una persona di una cultura sterminata, aveva tre biblioteche a casa, leggeva qualsiasi cosa. Ci raccontava anche del rapporto coi detenuti, che la amavano. Uno le regalò un carretto siciliano fatto tutto di fiammiferi, ha fatto laureare anche uno dei carcerati, che non la ringraziava mai abbastanza”.

“Per noi zia è stata una presenza importantissima, nella nostra formazione, approfondimento dello studio, principio civili e civici, per lei un segno distintivo, una missione – dice il primario di radiologia interventistica del Civico Mario Vallone -. Oltre l’impegno, era la dedizione totale per i suoi studenti. Una latinista e una grecista di raffinata lucidità. Donna di fede profonda, frequentava una chiesa intelligente e moderna, poco rituale, concreta di impegno per gli ultimi. Un grande esempio di vita per tutti noi e non solo”.

“Conobbi la professoressa Giovanna Gioia in IV ginnasio, e per me fu una folgorazione. Una delle anime femminili di “Una Città per l’Uomo”, e dunque tra le madri della Primavera di Palermo, classicista e docente rigorosa e appassionata, cattolica democratica amica dei fratelli Mattarella, per me la zia amatissima della mia grande Amica e compagna di banco e non solo, Cristina Gioia. E soprattutto una testimonianza limpida di vita e di azione al servizio degli ultimi e delle persone detenute in particolare”, dice il deputato regionale Valentina Chinnici.

“Se ne è andata una grande donna, la prof.ssa Giovanna Gioia. Volontaria per 50 anni negli istituti di pena palermitani ,ma soprattutto all’Ucciardone, è stata per me un riferimento di aiuto prezioso nella mia funzione alla direzione degli istituti .Non saprei neanche quantificare quanti detenuti hanno potuto fare riferimento a lei come sostegno alla loro sofferenza ,sia materialmente che psicologicamente. Sempre presente ,con il buon tempo ma anche con la bufera o il caldo asfissiante, ha organizzato nei tanti anni di attività , occasioni culturali (corsi di lettura comprensione di testi, alfabetizzazione …) , che lei pensava potessero essere strumento di libertà, ma anche aiuti materiali come la fornitura di beni di necessità per i detenuti più indigenti. Ha perorato le cause dei detenuti più sprovveduti a sostenere le ragioni dei propri bisogni, ancorché titolari dei relativi diritti. Insomma, un raro esempio di volontariato puro, quello silenzioso che non cerca protagonismo e referenzialità. Grazie Giovanna a nome di tutto il mondo del carcere. TI RICORDEREMO SEMPRE”, dice Rita Barbera ex direttrice del carcere Ucciardone.

I funerali di Giovanna Gioia si svolgeranno martedì alle 10.30 nella chiesa del Sacro Cuore ad Alcamo.